Istruzione a domicilio per chi non può frequentare la scuola: approvata a Catania la mozione per garantire il diritto allo studio

Istruzione a domicilio per chi non può frequentare la scuola: approvata a Catania la mozione per garantire il diritto allo studio

CATANIA – Il consiglio comunale di Catania ha approvato la mozione che impegna il sindaco Trantino e la giunta a mettere in atto gli interventi necessari a garantire il pieno esercizio del diritto allo studio.

Chi ha sottoposto la mozione

Ad aver presentato la richiesta i consiglieri Alessandro Campisi ed Erika Bonaccorsi. La proposta implica l’individuazione delle risorse necessarie per un piano straordinario indirizzato principalmente a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e incoraggiare l’innovazione tecnologica.

In foto i consiglieri Alessandro Campisi ed Erika Bonaccorsi

Assicura, inoltre, uniformità nell’offerta del servizio su tutto il territorio nazionale, fornendo indicazioni dettagliate per una corretta e completa attuazione delle disposizioni già stabilite nelle circolari ministeriali n. 149/101, n. 84/02 e n. 53/03.

Istruzione in casa come valido supporto

L’istruzione a domicilio – spiegano Campisi e Bonaccorsi – è sicuramente un valido aiuto per garantire il diritto allo studio a tutti gli alunni che sono impossibilitati a frequentare la scuola a causa di malattie che richiedono tempi più o meno lunghi di degenza a casa”.

Garantire a tutti il diritto allo studio

“Riteniamo che sia un dovere – proseguono i consiglieri – non solo da parte della scuola ma anche delle istituzioni, garantire a tutti il diritto allo studio, fronteggiando così la dispersione scolastica che in questo caso sarebbe causata dalla mancanza di mezzi idonei a fornire un servizio a tutti quei ragazzi o bambini che, per cause che non dipendono dalla loro volontà, non possono frequentare regolarmente la scuola”.

“La nostra Costituzione in tal senso afferma che gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e avviamento professionale, un mancato adempimento dei nostri doveri istituzionali in tal senso sarebbe una grave inadempienza”.