Cosa ne pensano di Catania gli studenti fuorisede, la città vista con gli occhi di chi non l’ha mai vissuta

Cosa ne pensano di Catania gli studenti fuorisede, la città vista con gli occhi di chi non l’ha mai vissuta

CATANIA – C’è chi conosce Catania come le proprie tasche e chi, essendo nato e cresciuto altrove, sta iniziando proprio in questo periodo a percorrerne le strade per la prima volta, alla scoperta di una realtà finora sconosciuta. È proprio il caso dei numerosi studenti fuorisede che scelgono la provincia etnea come luogo in cui intraprendere il proprio percorso universitario.

La maggior parte di coloro che hanno deciso di studiare a Catania provengono da paesi limitrofi o comunque da altre località siciliane. Questa rappresenta per i fuorisede un’occasione per assecondare le proprie inclinazioni senza però tagliare in modo drastico il legame con le proprie radici. Non allontanarsi troppo da casa consente a molti di loro anche di trascorrere più facilmente qualche weekend proprio lì dove sono cresciuti e dove, spesso e volentieri, tornano per riallacciare i rapporti con familiari e amici.

La parola agli studenti fuorisede

È trascorso poco più di un mese dall’inizio delle lezioni universitarie per gli studenti di primo anno. È quindi arrivato il momento di fare un primo bilancio dell’esperienza dei fuorisede a Catania.

Sono intervenuti ai microfoni di NewSicilia proprio gli studenti che hanno scelto di lasciare almeno per adesso il calore del “nido” familiare per andare alla scoperta della provincia etnea e viverne la quotidianità.

Come ti stai trovando a Catania?

Chiara, studentessa di primo anno di Scienze e tecniche psicologiche e originaria di Caltagirone, ha esordito così: “Ho aspettato molto l’inizio dell’università anche per cambiare vita e iniziarla in una nuova e più grande città. Diciamo che ho sempre sognato di andare via dal mio paese e fare nuove esperienze, ma ho sempre desiderato andare in città come Bologna o Roma. Alla fine sono rimasta in Sicilia, un po’ più vicino a casa e sinceramente le mie aspettative non erano altissime“, ha ammesso la ragazza.

Molti – ha poi spiegato – mi hanno raccontato della pericolosità di Catania di notte, soprattutto per una ragazza, e ammetto che questo mi ha un po’ spaventata. Ma dopo un mese e qualche settimana che vivo qui posso dire che mi sto trovando molto bene. Sono riuscita a trovare quello che mi mancava nel mio paesino, ho conosciuto moltissime persone e riesco a vivere Catania non solo da un punto di vista accademico ma anche per quanto riguarda la vita sociale. Ho capito anche come l’ambiente più ristretto della mia città abbia ingigantito la mia paura per una grande città“.

Un altro studente universitario, anche lui al primo anno di Scienze e tecniche psicologiche, ma stavolta originario di Ragusa, ha parlato positivamente del suo trasferimento in città: “Il cambiamento sta avvenendo gradualmente e – ha affermato Luca sono sempre più a mio agio a Catania“.

È della stessa idea anche Antonio, giunto da Pozzallo (Ragusa) per studiare Scienze e tecniche psicologiche. Il giovane ha parlato di un “impatto positivo“, aggiungendo: “ho ‘imparato’ a cucinare, me la sto vivendo tranquillamente“.

Ha risposto alla stessa domanda un’altra giovane studentessa: anche lei si chiama Chiara ed è nata e cresciuta a Caltagirone. Sta frequentando il corso di laurea in Scienze e lingue per la comunicazione.

La vita da fuorisede sta andando molto meglio di come immaginavo“, ha dichiarato. Venendo da un piccolo paese di provincia mi fa sempre piacere vedere tante persone in giro a qualsiasi ora“. Se da un lato l’impressione appare decisamente positiva, dall’altro emergono anche alcune perplessità: “Allo stesso tempo è disorientante non sapere in che posti andare e percorrere ogni giorno le stesse strade perché sono le uniche che conosci, ed è strano pensare che vivi in una città che non conosci bene“.

Come sta andando dal punto di vista economico?

Il fattore economico – ha ammesso la prima intervistata, studentessa del Disfor – è stato anche uno dei motivi per cui ho deciso di rimanere in Sicilia. Purtroppo soprattutto dopo il Covid i prezzi, anche qui a Catania, si sono alzati e cercare una stanza in buone condizioni e a un prezzo per lo meno accessibile è stato molto complicato e mi ha scoraggiato parecchio“.

Ad appesantire la situazione – argomenta la ragazza – ci sono anche le bollette da pagare che si sono raddoppiate e insieme alla spesa è abbastanza pesante. Fortunatamente i miei genitori riescono a sostenermi da questo punto di vista, ma mi sento comunque molto limitata e capisco che la mia scelta di venire qui ha un peso anche nella vita dei miei genitori, a cui sono molto grata per questo“.

Piacevolmente sorpreso Luca, che ha affermato: “Sta andando molto meglio rispetto alle mie aspettative. Sicuramente però non si può dire che sia economico“.

Economicamente ovviamente è un po’ restrittivo“, ha commentato Antonio, mostrandosi d’accordo con chi fa presente le difficoltà che – è innegabile – accomunano un po’ tutti i fuorisede.

Sottolinea il peso delle spese anche Chiara, che sta studiando al Disum: “Dal punto di vista economico non avevo tante aspettative, sicuramente è una spesa non indifferente visto che ultimamente hanno aumentato i prezzi sia degli affitti che di tutto in generale e per fare la spesa devi fare attenzione alle offerte e sai che non puoi concederti sempre cose di qualità superiore: insomma se c’è la sottomarca va bene lo stesso (o almeno per me)“, precisa la giovane.

Che impressione hai di Catania?

In un secondo momento è stato chiesto agli intervistati che idea si sono fatti della città dal punto di vista della mentalità, delle abitudini, della movida e così via. “Catania mi ha lasciato piacevolmente sorpresa“, ha affermato la studentessa di Scienze e tecniche psicologiche.

Sogno da sempre – ha proseguito – un posto che mi faccia sentire a mio agio con me stessa, dove posso conoscere nuove persone e vivere a pieno le esperienze che mi capitano. Fin da subito ho trovato nuove persone con cui confrontarmi, scherzare, uscire e a differenza della mia città ci sono diversi posti dove puoi incontrare un sacco di gente“.

A sottolineare un altro aspetto della provincia etnea è stato Luca: “Catania è una città frenetica e vivibile, le persone sono disponibili, ma – ha aggiunto – ci sono troppe persone ‘veraci’“.

Una gran bella città“, la definisce Antonio, restando in linea con l’impressione positiva che in lui – e in molti suoi coetanei – sta suscitando Catania.

La studentessa di Scienze e lingue per la comunicazione ha espresso un punto di vista abbastanza simile, soffermandosi anche sulle differenze rispetto a Caltagirone, suo paese di origine: “Catania è una città molto più viva di quello che pensavo e paradossalmente anche meno pericolosa di quanto immaginavo, o almeno fino ad ora. Come dicevo prima, è bello vedere sempre tante persone in giro e rispetto al mio paesino riconosco che qui è molto più facile parlare con persone nuove e fare amicizia perché qui tutti i giovani sembrano avere una mentalità abbastanza aperta“.

Sei fiero/a della scelta che hai fatto?

Nonostante tutto rifarei la mia scelta altre cento volte“, ha affermato Chiara. “Nella mia città mi sentivo molto chiusa, giudicata e da sempre trovavo difficile conoscere gente nuova e fare amicizia. Qui a Catania, anche se solo per un mese, sono cresciuta molto sia dal punto di vista delle responsabilità, che dal punto di vista personale. Sono uscita dalla mia ‘comfort zone’, sono più aperta alle novità, mi sento completamente un’altra persona“.

Sì, sono fiero della mia scelta perché – spiega Luca – mi sto trovando bene e sono contento“. Della stessa idea anche Antonio che si è mostrato soddisfatto della sua decisione.

Non è ancora pronta a sbilanciarsi invece Chiara, di Scienze e lingue per la comunicazione, che ha mostrato alcune perplessità, dovute al periodo di tempo – ancora troppo breve – trascorso in città. “Sinceramente a questa domanda non so rispondere – ha confessato – perché è una domanda che suppone che sia passato del tempo e purtroppo ancora non so dire se ne sono fiera o no, visto che – ha concluso la giovane – non ho visto le conseguenze in grandi scale“.