Catania, il giorno del dolore per le 49 vittime dei viaggi della speranza

Catania, il giorno del dolore per le 49 vittime dei viaggi della speranza

CATANIA – Ancora morti nel Mediteranneo. Ancora lacrime, sangue e disperazione. Il tratto di mare che separa la Libia dalla Sicilia è rosso sangue.

Solo nel 2015 sono circa 2300 le vittime dei viaggi della speranza e la triste contabilità è destinata ad accrescere.

L’ultima tragedia ha proporzioni smisurate: 49 persone morte nella stiva di un barcone partito da poche ore dalle coste libiche.

Non avevano pagato abbastanza agli aguzzini per poter avere un posto sul pontile che, probabilmente, li avrebbe salvati. Hanno scelto di viaggiare praticamente in una trappola. Una trappola di morte.

sbarco 1

E così la scena che si è presentata agli uomini della Marina è stata apocalittica: il capitano di fregata Massimo Tozzi ha raccontato di aver visto “decine di corpi ammassati senza vita l’uno sull’altro nella stiva, mentre le donne si disperavano per i loro cari ormai morti”.

Il triste compito di recuperare i cadaveri immersi tra acqua, nafta ed escrementi, è toccato alla nostra Marina. 

In totale sono 413 superstiti e i migranti sono stati recuperati in due distinte operazioni: una con una nave della nostra Marina e l’altra con un intervento della Marina tedesca.

Le loro nazionalità dei migranti sono variegate: provengono dall’Africa Nera ma anche dal Marocco, Libia, Egitto, India, Bangladesh e Siria.

Il sindaco etneo Enzo Bianco ha garantito la sepoltura delle vittime a Catania: “A questi corpi sarà data sepoltura così come avvenuto per le vittime del naufragio del maggio del 2014 a Lampedusa, per le quali venne realizzato un mausoleo nel cimitero di Catania, con un monumento realizzato dagli allievi dell’Accademia delle Belle Art – su ogni tomba senza nome sta un verso della poesia, ‘Migrazioni’, del premio Nobel africano Wole Soyinka – e quelle della tragedia del mare del 18 aprile di quest’anno”.

sbarco 2

Per il Comune di Catania si trovavano sul molo 11 con il questore Marcello Cardona e i rappresentanti della Prefettura, il vicesindaco Marco Consoli e gli assessori Rosario D’Agata e Angelo Villari, il consulente del Sindaco per la Protezione civile Salvo Consoli.

C’era anche il commissario straordinario dell’Autorità portuale Cosimo Indaco. La Protezione civile comunale, con il coordinamento delle associazioni di volontariato, si sta occupando di distribuire il pranzo, messo a disposizione dall’ospedale Cannizzaro (la cena sarà approntata dall’ospedale Garibaldi).

Ai migranti, sistemati lungo il molo sotto diverse grandi tende, vengono distribuiti anche indumenti raccolti dai volontari, ai quali la Guardia di Finanza ha consegnato anche oltre trecento paia di scarpe sequestrate a venditori abusivi nei mesi scorsi.

Inoltre martedì sarà proclamato il lutto cittadino a Catania.

La tragedia dell’immigrazione cade nei giorni dei festeggiamenti per la traslazione delle reliquie di Sant’Agata e il vice presidente vicario del consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono ha chiesto di limitare il rito solo ai momenti religiosi convinto che “a Sant’Agata piacerebbe così”.

“Si colga il momento per dedicare con sobrietà questa ricorrenza della devozione a Sant’Agata – aggiunge Arcidiacono – alla disumana tragedia che insanguina il Mediterraneo, esprimendo in questo modo la concreta vicinanza e il rispetto della città di Catania alle vittime e ai familiari di questi viaggi della disperazione”.

Il sindaco ha raccolto l’invito e su Facebook ha comunicato l’annullamento dei fuochi d’artificio previsti: “Mi scuso con i miei concittadini ma non ha senso – ha scritto Bianco -. I catanesi capiranno. É un modo di esprimere la nostra solidarietà e la nostra civiltá”.

La procura di Catania ha aperto un fascicolo: le ipotesi di reato sono di omicidio colposo e di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Andrea Sessa – Francesca Guglielmino