L’80° anniversario dell’Armistizio di Cassibile è un avvenimento ancora attuale?

L’80° anniversario dell’Armistizio di Cassibile è un avvenimento ancora attuale?

ITALIA – In quest’anno, 2023, fra le tante ricorrenze avvenute, è presente anche quella degli ottant’anni dallo Sbarco Alleato in Sicilia e di conseguenza anche di quello che fu l’evento “quasi immediato” dell’Armistizio di Cassibile (località a Sud di Siracusa), ratificato il 3 settembre 1943, ma entrato in vigore l’8 settembre di quell’anno.

Uno dei musei celebrativi dello Sbarco in Sicilia del 1943,decisivo per l’Armistizio

Gli antefatti all’armistizio

Il Regno d’Italia all’epoca aveva avuto da circa vent’anni (la Marcia su Roma è datata  1922, ma la “trasformazione” in regime avvenne in concreto nel 1925) di totalitarismo fascista, che ne aveva condizionato tutti i suoi aspetti; episodio chiave degli avvenimenti indubbiamente, fu l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania il 10 giugno 1940. La guerra fin da subito, nonostante la presenza di alcune vittorie sul campo, si rivelò difficilissima e spesso l’alleato tedesco dovette sopperire alle défaillances italiane sul fronte europeo e mediterraneo.

L’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America e la loro conseguente discesa in campo in Europa, portarono ad un ingresso degli Alleati in suolo italiano; il 25 luglio 1943 il re Vittorio Emanuele III fece arrestare Benito Mussolini e incaricò Pietro Badoglio, che di lì a breve avviò la fase di trattativa di armistizio con gli Alleati.

Il monumento di commemorazione della Battaglia del Ponte Primosole, una delle più famose dove Asse e Alleati si scontrarono

I giorni dell’Armistizio di Cassibile

I primi segnali di comunicazione avvennero durante il mese di agosto di quell’anno; il principale protagonista italiano fu il generale Giuseppe Castellano, che fu inviato a Lisbona per discutere di un’eventuale resa, visto la condizione critica in cui versò l’Italia in quel momento. Castellano informò così Badoglio della disponibilità di un incontro in Sicilia. Dopo alcuni colloqui sia fra le parti italiane ed alleate, che fra componenti del governo italiano, si giunse alla posizione che fosse giusto firmare la resa, firme che arrivarono il pomeriggio del 3 settembre; in realtà l’Armistizio fu “ampliato” dall’Armistizio di Malta (o Armistizio lungo) del 29 settembre 1943 a bordo della nave Hms Nelson, con incotro fra Badoglio e il generale e futuro presidente americano Dwight David  Eisenhower.

Le conseguenze dopo l’armistizio ed il Dopoguerra

Dopo l’Armistizio, la guerra in Italia, ebbe il suo momento più tragico, confluendo in una guerra civile fra chi si schierò con gli Alleati, Cln (Comitato di Liberazione Nazionale) su tutti, chi invece rimase fedele ai tedeschi, aggreggandosi alla Repubblica Sociale Italiana; gradualmente si arrivò alla sconfitta dei nazifascisti in aprile 1945.

L’Italia venne dichiarata sconfitta dal conflitto, così come fu classificata all’interno dei Trattati di Parigi del 10 febbraio 1947; altro evento chiave dell’epoca fu il Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946, che convertì la penisola da monarchia a repubblica.

La nuova repubblica, proseguendo la scia degli eventi precedenti, decise di aderire come paese fondatore sia nella Nato il 4 aprile 1949, alleanza di stati vicina proprio agli Stati Uniti, che come  paese fondatore anche della Cee il 25 marzo 1957 ( Trattato di Roma), capisaldi tenuti tutt’oggi.

La base Nato di Sigonella, fra le più importanti del Mediterraneo. Presa da: www.stripes.com

L’evoluzione degli ultimi decenni

Con la Caduta del Muro di Berlino il 9 novembre del 1989 e la graduale dissoluzione dei regimi dell’Europa Orientale, Urss in primis, lo scenario europeo e mondiale prese una piega abbastanza differente, ma la linea internazionale italiana è sempre rimasta la stessa; con il terzo millennio infatti, gli equilibri sono cambiati (nascita dei Brics una su tutte) e in Italia, visto i risultati di alcuni eventi sia interni, che esterni,  è sensibilmente cresciuto spesso il numero di persone che avrebbero voluto vedere politiche differenti.

Le testimonianze di Giacinto Avola e Guido Benni

Giacinto Avola, siracusano presidente dell’associazione culturale I.N.For.U.M. Europa (Istituto nuova formazione universitaria multimediale) spiega il suo pensiero sulle posizioni internazionali dell’Italia: “In virtù delle mie situazioni personali, sia familiari che associative, ho modo di conoscere bene il mondo ‘extra Nato‘: per mezzo dell’associazione ho potuto organizzare tre stages per dei funzionari politici russi in collaborazione con un loro ente territoriale, anche in ambito familiare, avendo mia moglie cittadina russa, ho avuto modo di conoscere tanta gente sia della Russia, sia di paesi geograficamente e culturalmente vicini ad essa. La situazione dell’Italia negli ultimi anni, deve porla a considerare la possibilità di conoscere nuovi orizzonti anche all’infuori dell’Occidente tradizionale, per poter rilanciare la sua potenza economica e culturale”.

Guido Benni, marchigiano ormai da tanti anni residente nel catanese ed aeronautico da tempo in pensione ha raccontato il suo punto di vista sugli accadimenti recenti: “Negli ultimi anni ho partecipato su internet ad un gruppo di discussione italo russo, ma con componenti di svariate nazionalità; si erano programmate importanti iniziative, fra tutte le commemorazioni dinanzi al Monumento agli Eroici Marinai Russi di Messina ed un’altra a Balaclava al Monumento per i caduti della Guerra di Crimea, ma a causa del conflitto iniziato nel 2022, le iniziative sono state “congelate”. Secondo ciò che ho letto e visto nei mass media, sono convinto che le forze armate italiane abbiano avuto comunque un approccio migliore e più realistico nei confronti di una controparte. L’Italia deve cercare un rilancio internazionale, visto i cambiamenti di scenario degli ultimi anni e si mantenere un dialogo ad Occidente, ma anche relazionarsi coi nuovi paesi emergenti”.