Palermo ricorda Libero Grassi, l’imprenditore ucciso per aver scelto di non pagare il pizzo

Palermo ricorda Libero Grassi, l’imprenditore ucciso per aver scelto di non pagare il pizzo

PALERMO – “A 32 anni dalla sua uccisione, il coraggio e il sacrificio di Libero Grassi rappresentano un gesto di legalità destinato a non sbiadire mai. A testa alta non si è piegato al ricatto mafioso, rifiutandosi di pagare il pizzo. L’esempio dell’imprenditore è un faro per coloro che vogliono portare avanti la propria attività in modo onesto, senza scendere a patti con Cosa nostra“.

Così il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che stamane ha preso parte alla cerimonia di commemorazione di Libero Grassi.

Gli imprenditori oggi, rispetto a quanto accaduto a Libero Grassi, possono contare sul concreto sostegno delle associazioni antiracket. È proprio grazie all’impegno di queste associazioni – aggiunge Lagalla – e al lavoro di magistratura e forze dell’ordine che negli ultimi decenni sono stati fatti grandi passi in avanti contro le estorsioni e sono aumentate le denunce degli imprenditori. Il percorso di legalità, però, deve continuare a essere alimentato, consapevoli che ancora oggi ci sono soggetti che pagano il pizzo non solo per paura, ma anche per trarre benefici da scellerati accordi con la criminalità organizzata“.

Il ricordo di Nino Minardo

A trentadue anni dal barbaro omicidio di Libero Grassi facciamo ancora i conti con un fenomeno, il racket delle estorsioni, che opprime tanti, troppi, imprenditori e commercianti siciliani” lo dice il presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati Nino Minardo.

C’è chi paga per paura ma anche chi paga per convenienza e contiguità culturale – sottolinea Minardo – la sfida oggi non è solo quella di sostenere chi denuncia ma di ingaggiare una vera e propria battaglia culturale perché deve essere chiaro ad ogni singolo cittadino che boss e clan non tutelano niente e nessuno ma con il pizzo alimentano i loro interessi e traffici criminali”.

In questa battaglia culturale tanto possono fare la scuola, le associazioni di imprenditori e commercianti ma anche le istituzioni e la politica che devono rinnovare il legame con i territori che si traduce con la presenza ma soprattutto con la capacità di ascolto delle esigenze e delle problematiche di ogni singola strada delle nostre città”.