Condannata a 21 anni di carcere Vanda Grignani: uccise il compagno annunciandolo sui social

Condannata a 21 anni di carcere Vanda Grignani: uccise il compagno annunciandolo sui social

TRAPANI – È stata condannata a 21 anni di carcere Vanda Grignani di 37 anni, colpevole di aver ucciso il compagno Cristian Fravia di 45 anni. Il delitto, avvenuto nell’ottobre 2021, era stato annunciato sui social; la donna aveva scritto un post in cui dichiarava che la relazione era ormai diventata difficile. L’uomo al momento della morte era sottoposto a una misura cautelare per una condanna per omicidio colposo.

Dopo l’intenzione delittuosa manifestata, la donna ha atteso il rientro a casa del proprio compagno e dopo una lite lo ha accoltellato uccidendolo. Il pubblico ministero Eleonora Sciorella ha contestato il reato di omicidio, commesso “sotto l’alterazione cagionata dall’assunzione di sostanze stupefacenti“.

Veloce il processo che si è svolto davanti la Corte di Assise di Trapani presieduta dal giudice Agate. La donna, attualmente detenuta e difesa dal legale Agostino Scaringi, durante il dibattimento ha sostenuto di aver agito per legittima difesa. Tesi che però non ha trovato riscontro. I genitori della vittima si sono costituiti come parte offesa del processo, rappresentati dal legale Giuseppe De Luca, e per loro la Corte di Assise ha disposto per ciascuno una provvisionale di 40mila euro.

La vita della coppia

La coppia lavorava in un locale gestito dalla madre di Fravia e condividevano la casa nel centro storico di Trapani. Ma tra i due a quanto pare la tensione era alta, sembrerebbe che la notte dell’omicidio sia scoppiata una violenta lite tra i due. Grignani avrebbe sferrato una coltellata al petto del compagno e non per difesa. L’uomo morì pressoché sul colpo e la tesi è stata condivisa dai giudici.

La morte preannunciata

I carabinieri hanno dall’inizio attenzionato i post che Vanda Grignani ha pubblicato prima del delitto: “Sto per fare qualcosa che non avrei mai pensato, vi amo. Perdonatemi“, scrive nel primo messaggio pubblicato alle ore 23,36. Pochi minuti dopo un altro post dai toni simili: “Scusate vi voglio bene a tutti mi manca la mia famiglia sono sola questo essere mi ha portato all’esasperazione. La polizia e i carabinieri di Trapani sembrano che vadano d’accordo con lui“. E ancora: “Ho chiesto aiuto questo mi ha distrutto. La Polizia e carabinieri di Trapani difendono lui. Va bene sono stanca. Non ho più niente da perdere perdonatemi“.

I post che hanno smentito la tesi della donna

Sebbene i post abbiano descritto la sofferenza della donna, hanno anche confutato la sua tesi difensiva avanzata durante l’arresto, secondo cui avrebbe ucciso in autodifesa in risposta a un’aggressione. La sua versione era che il convivente aveva tentato di attaccarla con una sedia, mentre gli investigatori hanno sostenuto contrariamente alla testimonianza della donna, era stato lui a cercare di difendersi con la sedia mentre lei lo affrontava brandendo un coltello da cucina. Alla fine il colpo mortale al petto.

Durante l’interrogatorio del pubblico ministero, Grignani ha affermato che l’uomo la picchiava spesso. Quella sera del 30 ottobre, si è scatenata l’ennesima lite intorno a mezzanotte, a causa del rimprovero della donna per il ritardo con cui il convivente era tornato a casa. “Mi picchiava continuamente, la mia vita era diventata impossibile“, disse la donna tra le lacrime agli investigatori. La loro relazione era diventata sempre più tempestosa, e ciò era noto anche alle Forze dell’Ordine.

I carabinieri erano intervenuti sette volte nella loro abitazione per riportare la calma e in tutte le occasioni era stata la donna a chiamare le Forze dellOrdine. Anche dopo il delitto è stata lei stessa a chiamare i carabinieri. Fravia ha perso la vita a causa della coltellata al petto, ma il medico legale rilevò anche diverse ferite alle braccia, tutte causate da un’arma da taglio, a conferma del fatto che l’uomo è stato l’oggetto di quell’aggressione che ha portato al delitto.

In foto la coppia