Dalla polvere agli altari: quel nove aprile 2022

Dalla polvere agli altari: quel nove aprile 2022

CATANIA – Suggerisce un amico che parlare di resurrezione, nel caso dell’ex Calcio Catania, si rischia di travalicare nell’insidioso campo della blasfemia, meglio utilizzare il termine rinascita: siamo d’accordo con lui. Se in tutto ciò mettiamo di mezzo anche l’imponderabile capriccio del destino, come ritrovarsi, a distanza di un anno, quel maledetto nove aprile coincidente con la Pasqua, sembrerebbe davvero che tutto fosse stato già scritto, anche per i più miscredenti.

Campionato stravinto, sempre in testa alla classifica per una manifesta superiorità quasi imbarazzante, anzi: possiamo elidere il “quasi”, e tutto ciò ancor prima di compiere un anno dalla madre di tutte le umiliazioni subite. Inoltre, ci sarebbero potenziali investimenti “cash” quasi impronunziabili quanto impensabili a queste latitudini, cifre da far tremare le vene ai polsi e farci fantasticare.

Se nel 2022 volevamo svegliarci da quell’incubo chiamato fallimento, vi chiediamo, oggi, nove aprile 2023, di non svegliarci da questo sogno chiamato: programmazione, visone a lunga gittata, rinascita, quest’ultimo termine giusto per tenere sempre fede al suggerimento iniziale. Il resto è storia di questi mesi, dove in lungo e largo nel Sud Italia, questi colori sono stati accolti con gli onori riservati a una grande del campionato, dove è indubbio che gli incassi a più zeri hanno facilitato i sorrisi e le strette di mano tra la nostra società e quelle ospitanti. Ci può stare anche questo.

Riteniamo giusto ascoltare anche la voce dei diversi “grilli parlanti”, quelli che vedono “i cavalieri dell’Apocalisse” in ogni dove. Essere guardinghi, dopo ciò che si è vissuto con le speculazioni del passato, diventa quasi naturale, lo è meno vedere sempre nero ovunque, ancor prima che si provi a tinteggiare con i vividi colori della Rinascita quel tetro grigio che ammanta una città collassata da tempo, dove il fallimento della squadra locale è stata solo summa, sintesi e fedele specchio del fallimento della sua politica e dei suoi politici, sì, sì, proprio quelli eletti da noi.

Oggi ci sono i presupposti affinché avvenga tutto, ma proprio tutto, il contrario. Maggio sarà decisivo, forse meglio dire che noi saremo decisivi, in un senso o nell’altro. Uno è stato provato da decenni con i risultati che conosciamo, provare l’altro senso non costa nulla, non fosse altro che sarà molto difficile fare peggio. La domanda fu posta al suo tempo, appena arrivò una ventata di novità dall’Est più lontano del globo: siamo pronti?

Repetita iuvant: noi catanesi e i nostri futuri rappresentanti politici, saremo pronti a comprendere questo nuovo corso? Critici per indole, siete pronti a scovare l’eventuale marcio, qualora esistesse, senza inseguire desueti fantasmi del passato? Sarà vera rinascita o desideriamo assistere all’ennesimo aborto? Lasceremo per sempre le polveri della disfatta per risalire gli altari della normalità? Stavolta si teme che sarà davvero l’ultima occasione per rivedere una città in A, abbiamo detto una città, squadra di calcio compresa.