I giovani e il teatro

I giovani e il teatro

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Con l’attore Valerio Santi parliamo del ruolo formativo e terapeutico dell’attività teatrale nelle scuole.

I problemi di socializzazione, oggi molto frequenti soprattutto tra i giovani, sono la causa dell’allontanamento della persona dai nuclei sociali per ansia, timidezza e paura dell’attenzione.

Esiste una soluzione genuina per abbattere le proprie paure e combattere i propri disturbi: il teatro. Oggi purtroppo sempre più trascurato a causa dei servizi di streaming, può sicuramente aiutare nella socializzazione e nel contrastare le insicurezze. Non a caso, nell’antichità per i Greci il teatro era catarsi, la purificazione dell’anima attraverso la messa in scena dei sentimenti più intimi e profondi dell’uomo.

A questo proposito, abbiamo sentito l’opinione di Valerio Santi, attore 34enne catanese che, dopo aver conseguito il diploma alla scuola Umberto Spadaro del Teatro Stabile di Catania, ha intrapreso la gestione di uno spazio tutto suo, il Teatro L’Istrione di Catania, nel quale, affiancato dalla sua compagnia, lavora come attore, regista, scenografo e tanto altro.

 

Valerio ritiene che il teatro possa avere un ruolo formativo nelle scuole, sia per gli alunni che per gli insegnanti: il teatro comporta infatti uno studio approfondito a livello letterario e linguistico, e per gli studenti potrebbe essere interessante imparare come si legge da un punto di vista interpretativo e come si narra una storia. A questo si aggiunge poi l’aiuto che il teatro offre nel favorire la socializzazione e nell’abbattimento di barriere di qualsiasi tipo, siano esse fisiche, mentali o linguistiche.

“In uno dei nostri laboratori”, ha raccontato l’attore, “un giorno arrivò una ragazzina che non parlava affatto per problemi di timidezza e mostrava difficoltà nella pronuncia delle parole. Il nostro laboratorio l’ha molto aiutata; la ragazzina ha fatto passi da gigante e lo studio di dizione le ha curato i problemi logopedici. Un altro ragazzino si agitava troppo quando parlava, entrava in soggezione e non riusciva a non balbettare. Anche lì il teatro è entrato in gioco e lo ha aiutato ad addomesticare le sue insicurezze attraverso l’approfondimento di tecniche di respirazione, controllo e meditazione.”

 

È importante riconoscere anche come il teatro possa essere considerato una salvezza in tutti quei casi in cui ha tolto persone dalla strada. Sarebbe interessante valutare l’idea di un incremento dei laboratori soprattutto nei quartieri più a rischio, associato a una sensibilizzazione indotta a livello comunale e cittadino.

 

Visti tutti gli aspetti positivi che il teatro ha sul singolo individuo, e di conseguenza sulla società, si potrebbe considerare un inserimento dell’attività teatrale nelle scuole non necessariamente come materia di studio ma come proposta formativa per i ragazzi.

Non è da dimenticare che il teatro è la forma artistica più completa che ci sia, poiché comprende tutte le forme artistiche, dalla musica alla pittura, alla scultura (nelle scenografie), alla scrittura.

 

Martina Giliberto 3aLCiC Lombardo Radice Catania