Fuoco di fila contro Crocetta: il “sedere” protagonista della politica

Fuoco di fila contro Crocetta: il “sedere” protagonista della politica

PALERMO – Gli striscioni con cui Forza Nuova ha tappezzato diverse città isolane (tra cui Gela di fronte casa del governatore, Palermo, Catania, Caltanissetta, Barrafranca, Modica, Mineo, Militello, Palagonia, San Giovanni La Punta, Castelvetrano, Mazara del Vallo e Ragusa) lasciano poco spazio all’immaginazione.

“Crocetta ‪#‎Bottana‬! Sbiancati la coscienza non il cu… Dimetti!”. Un attacco che fa riferimento diretto e poco implicito allo scandalo Tutino, chirurgo plastico e medico personale del presidente, divenuto primario senza titoli e arrestato per truffa e peculato, finito nei guai anche per la vicenda degli “sbiancamenti anali”.

Una pratica che ha attirato l’attenzione nazionale con l’intervento – di qualche giorno addietro – di Pietrangelo Buttafuoco sulle colonne del Fatto.

Il giornalista aveva ironizzato sulla pratica dello sbiancamento e aveva anche raccontato un aneddoto poi smentito dai diretti interessati. Antonio Presti avrebbe chiamato Rosario Crocetta “bottana” all’indomani della sua elezione a presidente mentre era ospite dell’atelier sul mare del famoso artista.

Si è aperto un dibattito sugli attacchi ricevuti dal governatore che in sede di direzione regionale dei democratici ha sfruttato a proprio favore per nascondere le varie “frittate”.

Infatti – con astuzia – il governatore ha personalizzato le accuse nei suoi confronti e ha cercato di nascondere l’incapacità di una giunta regionale che perde continuamente pezzi tra cui simboli autorevoli della legalità come Lucia Borsellino.

 “Dopo i tagli in ogni settore, i prestiti contratti, i regali ai petrolieri, il record di rimpasti ed assessori, il debito alle stelle – spiega in una nota Forza Nuova – questa è la goccia che fa traboccare il vaso del mandato presidenziale più scandaloso dell’intera scandalosa storia della regione siciliana. Si sciolga il parlamento regionale, Crocetta si dimetta, sbiancando così, almeno in parte, la propria coscienza, e si avvii un serio commissariamento, in attesa di nuove elezioni”.

Ma in pochi credono al ritorno alle urne.

Tra questi c’è Nello Musumeci che ha puntato il dito contro il Pd “già da sei anni al governo della Regione con i loro assessori politici, travestiti da tecnici. Oggi, e neppure questa è una novità, hanno più semplicemente messo il sedere su altre poltrone. E si avviano a compiere una girandola di nomine, dagli enti di sottogoverno a tutto ciò che può essere occupato, nella trita concezione di foraggiare i propri grandi elettori per racimolare un po’ di consenso”.

E quindi il “sedere” diventa – in tutte le svariate accezioni dallo sbiancamento in poi – il vero protagonista della politica siciliana.

“Il Pd e l’Udc non potevano farci regalo migliore! – conclude Musumeci -. Si sono legati mani e piedi al governatore che hanno scelto nel 2012 e che sostengono fin dall’inizio della sua fallimentare esperienza, sperando di arrivare alla primavera nel tentativo di vincere di nuovo. Illusi! È lui l protagonista di questa calda estate siciliana: il sedere, quello che non vogliono staccare dalla poltrona”.