Deputati PD chiedono apertura dello stato di crisi su formazione in Sicilia

Deputati PD chiedono apertura dello stato di crisi su formazione in Sicilia

PALERMO – Non si arresta la crisi della Formazione in Sicilia. La situazione degli operatori versa in uno stato di drammaticità irreale. Su 8.096 lavoratori ne lavorano solo 4.397, ma di questi 934 sono dipendenti di enti che hanno in corso le procedure di mobilità, 613 sono in contratto di solidarietà difensivo e 893 operatori degli ex sportelli multifunzionali sono in attesa di conoscere il proprio destino. Di fatto solo il 24,17% percepisce una retribuzione quasi regolare.

Da mesi il Governo regionale promette rapidi interventi che, di fatto, non ci sono stati. Da novembre 2014, periodo in cui si attendeva il decreto d’attuazione del terzo anno dell’Avviso 20, il piano triennale per la formazione regionale, i lavoratori sono rimasti in balia di un incerto destino. Il mancato accordo tra alcuni enti e l’Inps ha portato al totale abbandono di molti dipendenti che non hanno neppure potuto usufruire degli ammortizzatori sociali.

In questo clima di tensione e di insicurezza per migliaia di famiglie si inserisce la proposta dei deputati nazionali del PD Zappulla, Albanella e Iacono rivolta al ministro del Lavoro Poletti, per l’apertura dello stato di crisi sulla Formazione Professionale in Sicilia.

La drammatica situazione occupazionale ed economica in cui versano migliaia di lavoratori siciliani della formazione professionale – dichiarano i deputati nazionali del partito democratico Zappulla, Albanella e Iacono – impone l’apertura di un urgente tavolo di crisi nazionale. Concordare gli strumenti e gli ammortizzatori sociali necessari a governare una condizione divenuta ormai insostenibile è la legittima richiesta avanzata pochi giorni fa dalle organizzazioni sindacali siciliane di categoria e confederali“.

I deputati Giuseppe Zappulla, Luisella Albanella e Maria Iacono sollecitano dunque il ministro Poletti a mettere la questione tra le priorità nazionali “perché sono aumentati i periodi senza copertura economica, è cresciuto il numero dei lavoratori sospesi e in procedura di licenziamento ed è esplosa la esasperazione – concludono i tre parlamentari del Pd – e la disperazione che ha già portato diversi lavoratori a consumare gesti tragici ed estremi”.