Confiscati i beni di Fildadelfo Emanuele Ruggeri del Clan Nardo

Confiscati i beni di Fildadelfo Emanuele Ruggeri del Clan Nardo

SIRACUSA – Il 20 ottobre 2022, a Lentini (SR) e Carlentini (SR), il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale carabinieri di Siracusa ha dato esecuzione al provvedimento n. 106/19 R.S.S. datato 7 ottobre 2022, del Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, che dispone la confisca dei beni riconducibili a Filadelfo Emanuele Ruggeri, appartenente al clan mafioso Nardo.

I beni confiscati

  • due terreni siti a Carlentini;
  • 100% delle imprese, delle quote societarie nonché di tutti i beni costituiti in azienda (157 motrici, 244 rimorchi, 6 autoveicoli e vari conti correnti di cospicua entità) delle ditte di trasporto su gomma, entrambe con sede legale in Lentini (SR), denominate Francesco Ruggeri, impresa individuale; Ruggeri Trasporti s.r.l..

I predetti beni, il cui valore complessivo ammonta a circa 50.000.000 euro, il 7 febbraio 2020 erano già
stati sottoposti a sequestro finalizzato alla confisca (ex art. 20 D. Lgs. 159/2011), emesso dal Tribunale
di Catania, su richiesta della D.D.A. etnea nell’ambito di una attività d’indagine a carico di Ruggeri e di suoi prestanome.

La predetta attività d’indagine ha consentito di accertare che le attività economiche in parola, di fatto condotte sotto la gestione del detenuto Ruggeri, operavano nel lucroso settore dell’autotrasporto dell’ortofrutta, segnatamente degli agrumi, per il tramite di persone a lui riconducibili, avvalendosi di modalità mafiose, garantendo così al clan ingentissimi introiti.

Le immagini video

 

 

Il provvedimento ha pienamente recepito quanto emerso dalle attività investigative, che hanno dimostrato come Ruggeri, avvalendosi della collaborazione di propri familiari e prestanome, sebbene detenuto dagli anni Novanta per associazione mafiosa, per omicidi ed altro, continuava a gestire di fatto l’attività del clan, in particolare attraverso le predette imprese intestate a suoi familiari.

Approfondendo i profili di riconducibilità di tali attività economiche sul piano decisionale, gestionale e degli utili, le indagini hanno chiarito che le stesse erano strumentali alle attività illecite del clan e, facendo risaltare l’evidente sproporzione dei redditi dichiarati/leciti dei soggetti in parola con il patrimonio accumulato e con gli investimenti operati nel tempo, hanno consentito di operare la confisca dei detti beni.

Le indagini, pertanto, hanno ulteriormente accreditato le modalità con cui l’organizzazione mafiosa di riferimento continua ad esercitare il proprio incisivo potere di infiltrazione nel tessuto economico del territorio, assumendo il controllo di settori caratterizzanti dello stesso.

Le dichiarazioni del Capitanoa Sebastiano Russo dei carabinieri di Siracusa