La Slow Medicine

La Slow Medicine

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L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Palermo ha istituito di recente un tavolo tecnico rappresentato da professionisti fortemente orientati alla Slow Medicine.

Slow Medicine nasce in Italia nel 2011 come un movimento d’idee per riportare i processi di cura nell’ambito dell’appropriatezza, all’interno di una relazione di ascolto, di dialogo e di condivisione delle decisioni con il malato.

La filosofia di Slow Medicine, enunciata dallo stesso Consiglio Direttivo e dal suo Presidente Antonio Bonaldi, è sintetizzata da tre parole chiave: sobria, perché agisce con moderazione, con gradualità e senza sprechi; rispettosa, perché è attenta alla dignità della persona e al rispetto dei suoi valori; giusta, perché impegnata a garantire cure appropriate per tutti. In breve tempo l’associazione si diffonde in ambito nazionale e internazionale cogliendo le istanze di cambiamento dei professionisti della salute, pazienti e cittadini che sempre più numerosi si rendono conto che per affrontare i problemi sanitari è necessario ricorrere a nuovi paradigmi culturali e metodologici.

Sul piano operativo, Slow Medicine, in analogia a quanto avviato negli USA con “Choosing Wisely”, ha promosso il progetto “Fare di più non significa fare meglio”, volto a migliorare l’appropriatezza clinica riducendo il sovra-utilizzo di esami e trattamenti. Il primo passo delle Società Scientifiche che aderiscono, è quello di indicare cinque esami diagnostici o trattamenti di comune riscontro nella pratica clinica in Italia che spesso non danno benefici ai pazienti, ma li espongono a inutili rischi.

Slow Medicine è fortemente centrata sugli aspetti relazionali e di comunicazione. È ormai chiaro che per curare le persone bisogna avvalersi di ciò che è scientifico, ma si deve tenere in debita considerazione l’aspetto umano della relazione medico-paziente.

Il medico deve saper maneggiare con cura i sentimenti, gli stati d’animo, le emozioni, le aspettative. Il professionista della salute deve abilmente coniugare le proprie competenze tecnico-scientifiche con l’acquisizione di specifiche competenze sul piano della comunicazione, della relazione. È necessario considerare i valori, le paure, le aspettative e le circostanze sociali del paziente e delle persone a lui vicine. Infatti è solo dall’incontro di questi due mondi fatti di conoscenze, di saperi e di sentimenti che si attiva e consolida il processo di cura.

Consapevole dell’importanza rivestita dalla tematica, l’Ordine ha ritenuto maturi i tempi per sensibilizzare medici e pazienti all’approccio “slow” in medicina ed il gruppo di lavoro ha il compito di approfondire la tematica e suggerire eventi specifici da realizzare nel nostro territorio per l’implementazione di tale pratica.