Procura Nazionale Antimafia, ricorso di Nino Di Matteo contro il Csm

Procura Nazionale Antimafia, ricorso di Nino Di Matteo contro il Csm

PALERMO – Il pm Nino Di Matteo ha presentato ricorso contro il  Consiglio Superiore della Magistratura, reo di non aver accettato la sua candidatura ad occupare uno dei tre posti disponibili alla procura nazionale antimafia. Gli organi competenti, presa visione di ciò, hanno subito risposto al magistrato: “I meriti e la notevole esperienza, non sono stati sottovalutati o ignorati, ma gli altri candidati hanno più titoli di lui“.

Forti di queste motivazioni, a Palazzo dei Marescialli hanno scelto di opporsi al ricorso presentato da Nino Di Matteo ai magistrati del TAR del Lazio, tribunale che, a sua volta, ha bocciato l’esposto in questione. A far sì che gli incarichi alla procura antimafia venissero assegnati ad Eugenia Pontassuglia, Salvatore Dolce e Marco del Gaudio sono stati, così spiega il Csm, “un’esperienza approfondita e specifica nella lotta alla criminalità organizzata di assoluto rilievo e di non comune completezza, oltre a una spiccata attitudine al lavoro di gruppo“.

Altro piccolo particolare che ha determinato la “bocciatura” del curriculum presentato da Nino Di Matteo sarebbe stata la constatazione che il magistrato, nell’ambito delle inchieste Stato – Mafia non ha mai svolto la funzione di giudice. Tra l’altro, sostiene ancora il Consiglio Superiore della Magistratura, “la sua esperienza di 17 anni alla procura distrettuale antimafia di Palermo non può fare la differenza: non gli attribuisce necessariamente, rispetto agli altri candidati, un surplus di significative competenze. il Consiglio Superiore della Magistratura ha valutato in maniera assai positiva il curriculum di Di Matteo , pur ritenendolo sub-valente rispetto a quello dei nominati“.