Prima serata Sanremo 2022, oltre 10 milioni di ascoltatori: scoppia la polemica per Saviano

Prima serata Sanremo 2022, oltre 10 milioni di ascoltatori: scoppia la polemica per Saviano

ITALIA – Boom di ascolti per la prima serata della 72esima edizione del Festival di Sanremo, andato in onda ieri sera su Rai1.

I numeri parlano chiaro: 10.911 milioni di ascoltatori, 54,7% di share. Nulla da dire, la kermesse canora sta piacendo, come ogni anno.

Nel 2021 la prima parte della prima serata del festival aveva fatto segnare 11 milioni 176mila spettatori con il 46.4%, la seconda 4 milioni 212mila con il 47.8%. La partenza, per il 2022, è senz’altro migliore e promette bene.

Andando avanti, la terza serata si prospetta già movimentata. In particolare, al centro del mirino l’intervento dello scrittore napoletano Roberto Saviano che parlerà di Falcone e Borsellino.

Già c’è chi commenta: “Che c’entra lui?“. Antonio Vullo, l’unico agente di scorta sopravvissuto alla strage di via D’Amelio all’Adnkronos ha detto: “Ricordare le stragi mafiose del ’92 è sempre importante ma perché dare voce a Roberto Saviano? Io avrei preferito che a parlarne fosse il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dovrebbero dare voce ad altre persone. Mattarella avrebbe potuto parlare a tutta la nazione. Invece su Saviano sono scettico“.

Dello stesso avviso anche Giuseppe Costanza, autista del giudice Giovanni Falcone sopravvissuto alla bomba, che sempre all’Adnkronos ha precisato: “Ma cosa c’entra il Festival di Sanremo con la strage di Capaci? Non credo sia opportuno usare quel palco lì per parlare del trentennale delle stragi. Sono molto perplesso, non so, dovrei approfondire la cosa“.

È un onore per me e una grande responsabilità ricordare, giovedì 3 febbraio al Festival di Sanremo, a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, la rivoluzione civile di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino“, spiega sui social Roberto Saviano.

Ci tengo a dire che interverrò a Sanremo a titolo gratuito; importantissimo per me, sul palco dell’Ariston, poter raccontare il sacrificio di due uomini che hanno cambiato radicalmente non solo le modalità del contrasto alle organizzazioni criminali, ma anche la loro narrazione“, prosegue.

È a Falcone e Borsellino che dobbiamo la nostra capacità di guardare in modo radicalmente diverso alla sintassi del potere“, conclude.