La buona scuola di Renzi: si spacca fronte della protesta?

La buona scuola di Renzi: si spacca fronte della protesta?

CATANIA – Non accennano a placarsi le polemiche in merito alla tanto vituperata riforma scolastica promossa dal premier Matteo Renzi. La sede del provveditorato agli studi di Catania, anche oggi, è stata teatro delle nuove proteste di sindacalisti, insegnanti e presidi. La polemica nel corso delle prime ore della mattinata odierna ha assunto un piglio ancora più deciso: cinque segretari della UIL Scuola hanno infatti scelto di iniziare lo sciopero della fame.

Al centro della contestazione ancora una volta trova spazio l’inadeguatezza del governo che non si avvale di personale competente per amministrare il complesso mondo dell’istruzione. Sostiene il segretario UIL Salvo Mavica che “la tirannide – ovviamente in materia di informazione e formazione scolastica – impera: le notizie propinate alla gente sono fittizie. Se il governo non riesce a centrare i problemi che ad oggi interessano la scuola, interpelli chi a scuola ci vive e ci lavora“.

A smorzare un po’ i toni delle proteste contro la “buona scuola” di Matteo Renzi interviene l’ex provveditore agli studi Raffaele Zanoli il quale, con piglio salomonico, invita tutti a riflettere sulla storia delle riforme nel nostro paese: “In qualunque epoca le riforme sorte in seno al ministero della pubblica istruzione sono state malviste da studenti, professori e sindacalisti, a prescindere che il governo promotore appartenesse all’uno o all’altro colore politico. Indubbiamente la buona scuola di Renzi ha dei punti critici che andrebbero comunque limati, ma presenta anche molti vantaggi sul piano formativo e professionale“.

Dibattuta è anche la questione inerente i vantaggi (o svantaggi) che gli alunni, e di riflesso il tessuto sociale, potrebbero trarre dalle modifiche alla regolamentazione scolastica; se Salvo Mavica sostiene che “la riforma non sta contribuendo ad accrescere l’offerta formativa, non c’è più rispetto per la scuola e per gli alunni”, Raffaele Zanoli crede invece che il DDL, agendo sulla attuale condizione dei precari possa “migliorare la qualità della scuola e incidere positivamente sul sistema delle supplenze. Gli effetti positivi del cambiamento saranno però visibili a distanza di qualche tempo: sarà infatti necessario intanto organizzare al meglio le proprie risorse”.

Ultima dibattutissima questione riguardante il contestato provvedimento legislativo targato Renzi è quella inerente i poteri concessi ai presidi. Anche in questo caso molteplici parrebbero essere i punti di vista; l’ex provveditore agli studi Raffaele Zanoli sostiene infatti che tale strumento possa essere “valido se sorretto da una massiccia rete di controlli e da periodiche valutazioni espresse dai docenti in merito all’operato del loro diretto superiore“. La proposta invece è stata totalmente bocciata dai sindacati che, per bocca di Salvo Mavica sostengono che “I docenti non diventeranno migliori sotto la mannaia di un preside che costantemente li giudica; proprio a loro si deve da sempre il funzionamento della scuola“. 

Da una parte quindi comincia a delinearsi una tendenza ad accogliere la riforma proposta dal premier, dall’altra, si tratta di circa l’80% degli addetti ai lavori, si è propensi ad ostacolare l’approvazione del DDL giungendo persino alla richiesta di un referendum abrogativo

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