Nuova darsena del porto, Rizzetto (AL) chiede chiarezza sui fondi assegnati alla Tecnis

Nuova darsena del porto, Rizzetto (AL) chiede chiarezza sui fondi assegnati alla Tecnis

CATANIA – Il commissario dell’autorità portuale Cosimo Indaco ha recentemente parlato della vicina conclusione dei lavori della darsena del porto di Catania e ha promesso un’apertura al pubblico ormai vicina alla quale potrebbero prendere parte ospiti illustri come il ministro Graziano Delrio e il premier Matteo Renzi.

Proprio al neo ministro il deputato di Alternativa Libera Walter Rizzetto ha indirizzato una dettagliata interrogazione per fare chiarezza sul bando relativo al maxi-appalto per la nuova darsena commerciale al porto di Catania.

Rizzetto – ricostruendo i vari passaggi storici dell’iter procedurale – chiede se i finanziamenti concessi alla società costruttrice, la Tecnis, siano legittimi.

“Si deve far luce – spiega il deputato – sul perché la Tecnis abbia chiesto un credito di 27 milioni di euro e non di 19 milioni, cifra che doveva garantire il completamento dei lavori, e perché l’istituto di credito Dexia alla fine non abbia proceduto all’erogazione”.

Per far proseguire i lavori il governo – attraverso il ministro Padoan – ha autorizzato l’erogazione di una prima tranche di 8 milioni di euro a fronte della richiesta dell’impresa di un saldo di 27. Questo in virtù della volontà dell’istituto di credito di non erogare gli importi derivanti dal mutuo sottoscritto con l’autorità portuale.

Rizzetto vuole sapereperché l’impresa abbia richiesto questa somma e perché il governo abbia avallato tale pretesa”.

Ma il deputato chiede l’intervento dell’autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone perché la Tecnis – come si legge nell’interrogazione – è stata coinvolta “negli scandali dei maxi appalti che hanno portato alle dimissioni dell’ex ministro Lupi e nelle indagini in corso, condotte dalla Dda di Catania sull’appalto indetto da Rfi e Italferr per il raddoppio ferroviario Spoleto – Campello”.

Rizzetto ricorda anche gli altri affari “riconducibili a Cosa Nostra” nei quali sarebbe coinvolta l’impresa come quelli della strada statale 118 Corleonese – Agrigentina.