Libri e giornali, la crisi nella crisi: i danni subìti nel settore dell’editoria

Libri e giornali, la crisi nella crisi: i danni subìti nel settore dell’editoria

PALERMO – La crisi causata dal lockdown, dalla chiusura totale o quasi delle attività produttive ha messo in ginocchio il Paese, soprattutto dal punto di vista economico. Allo stesso tempo molti nodi sono venuti al pettine e forse l’emergenza ha portato alla luce i numerosi problemi che sussistono ormai da troppo tempo in determinati settori.

Tra quelli che da anni sembrano essere bloccati in una crisi senza fine c’è il settore dell’editoria. Innanzitutto bisogna chiarire che questo è un macro settore che racchiude al suo interno il mondo librario e quello dell’informazione. Entrambi pare non se la passino al meglio, eppure in questo periodo libri e giornali sono stati costantemente presenti, seppur in maniera differente.

Fin dall’inizio di questa emergenza le edicole non sono mai state chiuse e le librerie sono state tra le prime attività a poter rialzare le saracinesche, tra le molte polemiche.

Tra le opposizioni mosse dai librai, oltre alla questione sanitaria e alla sicurezza, vi è l’impossibilità di accedere alla cassa integrazione, in un momento in cui il danno subito è già devastante. Si parla di “18.600 titoli pubblicati in meno in un anno, 39,3 milioni di copie che non saranno stampate, 2.500 titoli che non saranno tradotti”.

Sono solo alcuni dei danni messi in evidenza dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e sull’impatto che l’emergenza Covid-19 avrà in prospettiva 2020 sull’intera editoria italiana. A subire le conseguenze peggiori sono gli editori indipendenti, coloro che non sono inseriti nei circuiti ben collaudati di produzione e di distribuzione.

Dall’altro lato, il mondo dell’informazione deve affrontare una grande contraddizione. I giornali sono stati costantemente presenti dall’inizio dell’emergenza rispondendo al bisogno dei cittadini di restare sempre aggiornati. I giornalisti non hanno mai sospeso la loro attività, tanto coloro che scrivono per la carta stampata quanto coloro che si occupano di informazione digitale. Ma nonostante la ricerca di notizie si sia palesata come un vero e proprio bisogno, le testate continuano a soffrire e con loro tutti gli attori che fanno parte della filiera. La scarsità di investimenti pubblicitari – diminuiti ulteriormente a causa del lockdown – e l’abitudine da parte degli utenti di accedere a contenuti gratuiti sono solo alcuni dei problemi che le redazioni devono affrontare.

La soluzione sembra essere ancora lontana e soprattutto poco discussa da chi di dovere. Un primo segnale sembra essere arrivato dal governo Musumeci che ha inserito nella bozza della finanziaria presentata all’Ars 10 milioni di euro che sarebbero destinati a sostenere l’editoria siciliana e le agenzie di stampa, anche online. Al momento, però, nulla è ancora ufficiale.

Immagine di repertorio