L’ansia è un disturbo ereditario? Gli studi scientifici e la consulenza dello specialista

L’ansia è un disturbo ereditario? Gli studi scientifici e la consulenza dello specialista

CATANIA – Considerare l’ansia come “disturbo del secolo” è oramai lecito: un recente sondaggio, infatti, ha rivelato che essa risulta essere un problema molto diffuso. Su un campione di 700 italiani tra i 19 e 60 anni, il 79% racconta di averne avuto almeno un episodio nel mese in cui è stata svolta l’indagine; il 73%, inoltre, si percepisce come persona apprensiva e il 91% trova difficoltà a rilassarsi. Le donne sembrerebbero essere più colpite dal problema, con una percentuale del 30,5%, mentre gli uomini costituiscono il 19,2%.

In effetti viviamo in un contesto sociale, che, con le sue dinamiche, porta, in modo naturale, a situazioni di stress, a cui il nostro organismo risponde proprio con disturbi legati all’ansia: la salute, il lavoro, il denaro, la vita familiare, i rapporti di coppia, sono vissuti oggigiorno come delle minacce (perdita di lavoro, esito di un esame, paura di tradimenti, timore per i figli), che scatenano malesseri ansiosi che spesso inficiano la qualità della vita, sia a livello psichico che fisico.

Molti sintomi a livello psicologico sono la risposta di questa condizione: senso di paura e di pericolo imminente, timore di perdere il controllo o di morire, tensione, apprensione, inquietudine. La mente viene “invasa” da preoccupazioni eccessive per questioni pressoché importanti, con tendenze al “catastrofismo“, all’irritabilità e all’impazienza; diviene difficile la concentrazione e l’attenzione; sopravvengono disturbi della memoria e del sonno. Fisicamente si manifestano difficoltà della respirazione, senso di oppressione toracica, vertigini, formicolio, sensazione di soffocamento, battito cardiaco accelerato, e tanto altro.

Una recente ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Journal of Neuroscience, sembra dimostrare che le connessioni in alcune regioni del cervello, coinvolte nello sviluppo dei disturbi d’ansia, potrebbero essere ereditarie. Si tratta di uno studio condotto, tuttavia, su un gruppo di scimmie e saranno necessari ulteriori ricerche per capire se la stessa cosa accada anche negli esseri umani.

Ma l’ansia è davvero ereditaria e si può trasmettere da genitori a figli?

Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Valentina La Rosa, psicoterapeuta a Catania: “Al di là del dato neurobiologico – ci racconta -, possiamo sicuramente affermare che le figure di accudimento hanno un ruolo fondamentale nella costruzione della personalità del bambino. Un celebre studioso, John Bowlby, ha, a tale proposito, elaborato la ‘teoria dell’attaccamento‘, secondo cui l’individuo struttura le proprie relazioni sulla base del legame instauratosi con le sue principali figure di accudimento, in primo luogo la madre“.

È importante, in particolare – continua la specialista –, che il bambino possa sperimentare nel genitore una ‘base sicura‘ che gli consenta di esplorare l’ambiente circostante senza timore, sentendosi pienamente protetto e accettato. In questo senso, un bambino privo di tale esperienza sarà portato a sviluppare un attaccamento insicuro e quindi la tendenza ad affrontare le esperienze della vita in maniera ansiosa e timorosa. Dunque, l’ansia nell’adulto può intendersi come il risultato di esperienze di accudimento caratterizzate da insicurezza e timore“.

Quale potrebbe essere il giusto approccio al problema?

Al fine di evitare tali dinamiche disfunzionali per la crescita dei propri figli – risponde la dott.ssa La Rosa -, è fondamentale che i genitori sappiano rappresentare quella ‘base sicura‘, che consenta ai figli di sperimentarsi nel processo di crescita senza ansia o timore dell’errore, certi di poter sempre contare su un luogo fermo a cui poter fare ritorno in caso di difficoltà“.

Vivere in un ambiente ansioso e con persone ansiose, quindi, scatena spesso una sorta di ansia di ritorno, come un contagio. Nonostante i diversi studi effettuati su componenti della stessa famiglia e, in modo particolare, sui gemelli, abbiano evidenziato una certa influenza genetica, la componente ereditaria dell’ansia non è stata mai accertata. Secondo lo studio dal titolo Genetic and environmental influences on relationship between anxiety sensitivity and anxiety subscales in children, alcuni sintomi ansiosi nelle persone che hanno una predisposizione verso questo tipo di disturbi, e in particolare verso gli attacchi di panico, si possono notare già da bambini intorno agli 8 anni di età.

Sicuramente resta ancora molto da scoprire; una cosa buona è sicura: i casi in cui è stata notata una certa familiarità del disturbo non hanno dimostrato di essere più difficoltosi da trattare rispetto a quelli in cui essa non era stata evidenziata.

Fonte immagine – meteoweb.eu