Il “Cinepanettone”, le origini di un genere che accompagna ogni Natale: tra critiche e svago

Il “Cinepanettone”, le origini di un genere che accompagna ogni Natale: tra critiche e svago

Torniamo indietro alle feste natalizie degli anni ’80. Un Natale come tanti altri, si potrebbe pensare. Per certi versi sì, per altri no. Già, perché nel 1983 nacque un genere che ha accompagnato, accompagna e accompagnerà tanti Natali a venire.

Quell’anno segnò la nascita del primo vero e proprio “Cinepanettone“, poiché Aurelio De Laurentiis commissionò ai fratelli Vanzina una trasposizione natalizia del celebre “Sapore di mare“. Nacque così “Vacanze di Natale“, ambientato a Cortina.

Un genere, quello del “Cinepanettone”, amato e odiato, criticato, volgarmente comico e sfacciato. I suoi antenati risalgono addirittura alla fine degli anni 50′, quando Sordi e De Sica (padre), presero parte al film di Camillo Mastrocinque “Vacanze d’Inverno”  (1959).

Da qui, fino ad arrivare al “Cinepanettone” vero e proprio dei fratelli Vanzina, il filone è stato sempre lo stesso. La satira della borghesia italiana e i suoi luoghisimbolici” per passare le festività. Da Courmayeur a Miami.

Grandi coppie di comici sono state le colonne portanti del genere, tra le quali la più famosa, e ormai spezzata, Boldi-De Sica (figlio). I due per anni hanno accompagnato, in TV e al cinema, le festività natalizie di milioni di italiani, con tutte le critiche del caso.

Piace o non piace, il “Cinepanettone” è diventato, nel corso degli anni, un prodotto fisso nell’industria cinematografica, specialmente in quella italiana. Ogni Natale ne escono sempre di nuovi, con attori diversi e un filo conduttore simile per ogni film.

Questione di gusti, per carità, ma vorrebbe dire avere i prosciutti sugli occhi non ammettere che il genere è comunque un modo per trascorrere poco più di un’ora in famiglia, tra risate e leggerezza. Perché, forse, è proprio questa l’essenza delCinepanettone“, passare del tempo assieme ai nostri cari, con il pretesto di un film e un Natale da vivere, almeno quello, con più leggerezza e spensieratezza.

Immagine di repertorio