“Fame nervosa”, di cosa si tratta e come combatterla: i consigli dell’esperto

“Fame nervosa”, di cosa si tratta e come combatterla: i consigli dell’esperto

CATANIA – Mangiare come se non ci fosse un domani senza avere la capacità di contenersi, non rientra di certo nella lista delle migliori abitudini alimentari.

Nella società attuale capita a moltissime persone di ritrovarsi nella situazione sopra riportata, e nonostante agli occhi degli altri possa sembrare un banale problema, risolvibile “mangiando meno”, non è poi così semplice.

Tristezza, rabbia, ansia, stress, nervosismo e preoccupazioni varie, spesso, vengono sfogati sul cibo e, non a caso, si mangia anche se non si ha fame, motivo per cui questo fenomeno è conosciuto come “fame nervosa”.

Per capire cosa è realmente quest’ultima e cosa si cela dietro a essa, è stata ascoltata ai microfoni di NewSicilia.it, la nutrizionista catanese, Valentina Ronsisvalle, la quale spiega: “Tutti pensano che la parola ‘fame nervosa’ sia una condizione patologica ma, in realtà, prima di arrivare ciò, il corpo ci dà dei segnali che spesso ignoriamo”.

Secondo la dottoressa ci possono essere tre motivi dietro al senso di fame: sonno, sete, fame “vera”: “Nel primo caso, per esempio, se per diverse notti ci corichiamo tardi e dormiamo dunque troppo poco, il giorno dopo saremo stressati e dunque avremo più fame. In particolar modo, si andrà alla ricerca di zuccheri semplici, quelli che fanno ingrassare maggiormente. Secondariamente, se il nostro corpo ci chiede di bere di più e allora, in realtà, mangiamo di più, l’organismo assorbe dai cibi l’acqua di cui abbiamo bisogno. Infine, si parla di fame ‘vera’ quando per esempio facciamo sport, vengono esaurite le energie e dunque abbiamo fame perché il corpo richiede altro carburante”.

Non solo, da non sottovalutare il momento della colazione: “Avere fame nel pomeriggio, dipende dalla mattina. Saltare la colazione è un errore che commette l’80% della popolazione, infatti, la prima domanda che rivolgo ai pazienti è proprio chiedere se fanno colazione o meno. La colazione deve essere il pasto più abbondante poiché l’energia che incameriamo la mattina la spendiamo durante la giornata. Se si salta la colazione e lo spuntino, o addirittura se si digiuna fino alle 15,  e poi si mangia un cornetto al bar, incameriamo zuccheri semplici che fanno impennare la glicemia che, a sua volta, richiama insulina in grandi quantità, mandandoci in ipoglicemia reattiva. In conseguenza a quest’ultima, ci sentiremo ancora più stanchi”.

In Sicilia ultimamente si discute molto sull’emergente generazione, composta soprattutto da ragazzini obesi: “In questa categoria di soggetti, non a caso, la stragrande maggioranza appartiene a coloro che saltano la colazione, mangiando male a pranzo e in grandi quantità a cena, pasto in cui si dovrebbe mangiare meno”.  

Sulla famosa regola dei cinque pasti al giorno, l’esperta commenta: “Fare gli spuntini è importante anche perché masticare trasmette un senso di sazietà e aumenta la velocità del metabolismo. Infatti, sembra una sciocchezza, ma è importante mangiare anche solo delle noci o delle mandorle”.

La soluzione al problema sta nel cibo stesso: “È importante avere in ogni pasto una quota corretta di carboidrati complessi (per esempio cereali integrali), proteine, e frutta e verdura. In un piatto queste tre componenti non devono mai mancare. Non si può pensare di fare colazione soltanto con latte e biscotti, bensì abbinare a essi per esempio del pane integrale e delle proteine quali potrebbero essere le mandorle. Ancora, se a pranzo cuciniamo la pasta al pomodoro, essa farà aumentare drasticamente l’ipoglicemia reattiva e quindi avremo di nuovo fame dopo un’ora. Se invece la pasta al pomodoro la abbiniamo al petto di pollo, oppure facciamo un piatto unico come la pasta con lenticchie e magari anche un’insalata in aggiunta, avremo ciò di cui il nostro corpo necessita e soprattutto non aumenteremo di peso”.

Infine, è stato chiesto alla specialista se una corretta educazione alimentare influisce: “Già da piccoli i genitori dovrebbero inculcare ai loro figli una certa abitudine alimentare. In passato la colazione si faceva tutti insieme, invece oggi si fa al bar. Non solo, i bambini seguono di prima mattina i cartoni animati e per comodità i genitori danno loro soltanto del latte, oppure, un altro errore è quando svegliano i figli all’ultimo secondo, motivo per cui essi non reggono a scuola. Dunque la colpa è di quei genitori che, ai tempi hanno ricevuto le giuste direttive, ma che a loro volta non sanno trasmetterle ai propri figli”.

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