“Il principe del foro” e il tragicomico gioco delle parti

“Il principe del foro” e il tragicomico gioco delle parti

CATANIA – Una serie di esilaranti equivoci, dialoghi frenetici e divertenti battute sono gli elementi vincenti della spassosa commedia “Il principe del foro”, in scena al teatro Brancati fino al 7 aprile, ispirata al vaudeville “Durand et Durand” riadattata da Pippo Pattavina negli anni del regime fascista, strizzando l’occhio con intelligente ironia alla commedia italiana dei “telefoni bianchi”, che dopo diverse peripezie non può, come in questo caso, non regalare al pubblico divertimento, spensieratezza e lieto fine.

La regia è firmata da Ezio Donato che sulle eleganti scene di Susanna Messina e i costumi delle Sorelle Rinaldi racconta la vita dei due cugini Alberto Impallomeni, i bravi Giampaolo Romania e Riccardo Maria Tarci, omonimi solo nel nome ma in realtà diversi per atteggiamento, status sociale e professione: astuto salumiere e avvocato di fama

Quando il salumiere, Giampaolo Romania, s’innamora di Luisa, Raffaella Bella, e per uno strano caso del destino viene scambiato per il famoso cugino avvocato, Riccardo Maria Tarci, decide di sfruttare l’equivoco a suo favore ottenendo il benestare del suocero Francesco Cucurullo, un istrionico Pippo Pattavina, imprenditore del mattone che vede nel genero avvocato un futuro economicamente stabile per la figlia con una vita sociale ricca dei migliori salotti dell’alta borghesia.

Tra camicie nere fasciste indossate dall’onnipresente suocero, canzoni dell’epoca, atteggiamenti e frasi che ricordano il duce la commedia in due atti “Il principe del foro” racconta come la società di ieri non sia troppo lontana da quella odierna, affascinata dal potere e dal prestigio di riuscire ad ottenere il tanto agognato posto in prima fila nel teatro della vita.

Lo scambio di persona architettato dal cugino salumiere nel tentativo di non far scoprire l’inghippo crea gustose reazioni a catena tra i protagonisti della pièce come quando la futura suocera del cugino avvocato, Olivia Spigarelli, pensa di essere stata truffata da quello che credeva un buon partito per la figlia, Lucia Portale, cercando di vendicarsi per l’affronto subito.

Uno spettacolo corale, ben strutturato e dal grande coinvolgimento da parte del pubblico che ride e applaude senza sosta l’affiatato cast composto oltre ai già citati Pippo Pattavina, Giampaolo Romania, Riccardo Maria Tarci, Olivia Spigarelli, Raffaella Bella e Lucia Portale da un simpatico Aldo Toscano nei panni di un balbuziente canterino, Raniela Ragonese l’impicciona cameriera della famiglia del finto avvocato, Enrico Manna il garzone miope della salumeria Impallomeni che tenta di reggere il gioco al suo titolare e Giulia Oliva la svampita segretaria del legale.

Una commedia energica adatta a un pubblico trasversale che non può fare a meno di divertirsi e rispecchiarsi nel tragicomico dialogo tra genero e suocero o tra cugini in cui si vengono a creare situazioni talmente assurde da sembrare vere e convincenti in cui fantasia e realtà s’incontrano per regalare al pubblico due ore di sana allegria.