Giornata mondiale dell’udito, prevenzione e controlli per combattere la sordità

Giornata mondiale dell’udito, prevenzione e controlli per combattere la sordità

Più di 360 milioni di persone nel mondo soffrono di disabilità uditive e perdita di udito. Lo ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in occasione della Giornata internazionale per la cura dell’orecchio che si celebra il 3 marzo.

L’evento viene promosso ogni anno dall’Oms per sensibilizzare l’opinione pubblica su come prevenire la sordità e la perdita dell’udito e, nello stesso tempo, attenzionare e promuovere le cure in tutto il mondo. Oltre agli anziani, ci sono anche circa 32 milioni di bambini sotto i 15 anni colpiti da perdita dell’udito. E la causa principale è rappresentata quasi sempre da infezioni dell’orecchio, molto diffuse soprattutto nei paesi più poveri. I dati maggiori sulla perdita dell’udito sono stati, infatti, registrati nell’Asia meridionale e del Pacifico e nell’Africa sub-Sahariana.

Anche nei paesi più sviluppati, tuttavia, c’è una forte incidenza di perdita dell’udito dovuto soprattutto a malattie infettive ancora molto diffuse come rosolia, meningite, morbillo e orecchioni. A ciò si aggiunge anche l’esposizione per lunghi periodi a rumori eccessivamente forti e prolungati nel tempo, ferite all’orecchio o alla testa, cause genetiche, problemi durante la gravidanza e il parto, uso di farmaci e invecchiamento.

Due i messaggi chiave che l’Oms propone: tutte le persone dovrebbero controllare di tanto in tanto l’udito, specialmente quelli che sono a più alto rischio, come gli adulti sopra i 50 anni, quelli che lavorano in luoghi rumorosi, quelli che ascoltano musica ad alto volume per lunghi periodi di tempo e quelli che hanno già problemi all’orecchio.

Attualmente nel nostro Paese l’Istituto superiore di sanità (Iss) sta portando avanti alcune attività al riguardo. Da un lato c’è il Centro nazionale malattie rare (Cnmr) che è da tempo impegnato nella prevenzione delle malattie legate all’udito nel periodo neonatale. Infatti, tra i vari programmi, c’è quello dello screening audiologico neonatale, il cui obiettivo è identificare i neonati affetti da ipoacusia (sordità) congenita. Dall’altro c’è il progetto”Passi d’argento” che ha l’obiettivo di raccogliere informazioni sulla popolazione italiana ultra 64enne. In base ai dati relativi al biennio 2016-2017, tra questi il 20% riferisce un deficit dell’udito. La percentuale cresce però con l’età e raggiunge il 45% fra gli ultra 84enni anche se oltre la metà di loro non corregge questo difetto in nessuna maniera.

Immagine di repertorio