Regionalismo e autonomia, divario Nord-Sud, Tav e infrastrutture: Musumeci, “Difendere sistema Italia e non dualismo”

Regionalismo e autonomia, divario Nord-Sud, Tav e infrastrutture: Musumeci, “Difendere sistema Italia e non dualismo”

PALERMO – Sempre più italiani sarebbero favorevoli a concedere maggiore autonomia alle Regioni: da questa affermazione parte il dibattito dell’ultima puntata di “Porta a Porta“, condotto da Bruno Vespa.

Tra gli ospiti del programma anche il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

“È una questione di soldi e di efficienza, si dice nel filmato che introduce il tema. Il problema autonomia in questo momento riguarda principalmente Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, protagoniste di un “accordo storico” con lo Stato italiano.

Secondo le prime indiscrezioni sulla bozza del documento che dovrebbe permettere l’autonomia differenziata dei territori sopra citati, sarebbe previsto un passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni su alcuni campi.

Veneto e Lombardia, in particolare, almeno secondo quanto riportato dal quotidiano romano “Il Messaggero”, vorrebbero separarsi dalla nazione anche per quanto riguarda le regole relative al pareggio di bilancio, decidendo autonomamente i contributi da fornire ai conti pubblici nazionali. Il denaro trattenuto dalle Regioni dovrebbe essere investito nell’erogazione di determinati servizi al cittadino non più gestiti dagli enti nazionali.

Il timore è che un tale accordo possa influire negativamente sui fondi destinati al Mezzogiorno e, allo stesso tempo, compromettere la stessa unità nazionale, trasformando lentamente l’Italia in una confederazione e privando in parte di valore i Ministeri operanti a Roma.

“La trattativa tra lo Stato e le Regioni del Nord è stata condotta in assoluto silenzio, come se fosse una questione limitata soltanto alle Regioni del Nord, invece è la prima vera riforma costituzionale dal ’48 le cui ripercussioni cadranno su tutto il resto d’Italia. Vorrei che anche i governatori del Sud fossero chiamati a discuterne”, dichiara Nello Musumeci.

L’autonomia delle Regioni del Nord spaventa anche Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che spiega: “Le risorse attuali sono distribuite in Italia sulla base della spesa storica: chi ha di più riceve di più, chi ha meno riceve meno. E il divario tra Nord e Sud non fa che aumentare”.

Il problema storico relativo alle differenze tra Nord e Sud diventa quindi fondamentale nel dibattito sul nuovo accordo sull’autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna: il Mezzogiorno avrà comunque delle garanzie? Il nuovo progetto comprometterà il già fragile equilibrio nazionale?

“Noi oggi abbiamo due Italie: una ricca e opulenta al Nord e un’altra Italia che ‘arranca’ con molte difficoltà al Centro-Sud”– afferma senza mezzi termini il presidente Musumeci in merito alla questione della difficile situazione economica che spacca in due la nazione – “Il Mezzogiorno è partito sin da subito devastato e penalizzato e ha avuto difficoltà nel colmare il divario”.

In merito all’accordo tra Stato e Nord, Musumeci dichiara: “Di fronte alla legittima richiesta del regionalismo differenziato da parte di alcune Regioni del Nord, abbiamo il dovere di capire se possiamo trovare una sintesi tra lo spirito unitario e lo spirito autonomistico. Questa sintesi si chiama perequazione infrastrutturale e fiscale. Il presidente spiega che il fondo di perequazione, necessario per evitare o sanare svantaggi economici ai danni di uno o più territori, è fondamentale per garantire che l’accordo sull’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna non finisca per arricchire ulteriormente il Nord e lasciare in Sud tra i disagi.

Altro tema di discussione la realizzazione della Tav (rete di Treni ad Alta Velocità), che sta dividendo le autorità nazionali. Musumeci rivela di essere d’accordo con tale progetto: “L’Italia ha bisogno di grandi infrastrutture, soprattutto il Mezzogiorno, che deve proiettarsi in un Mediterraneo che diventa sempre più un ‘mare di traffici'”, sono state le sue parole a riguardo.

Sull’importanza del miglioramento delle infrastrutture siciliane, il presidente della Regione rivela chiaramente il proprio pensiero:Se cresce la Sicilia e cresce il Sud, cresce l’Italia. È il sistema Italia che dobbiamo difendere, non il dualismo”.

Immagine di repertorio