CATANIA – Ancora una volta, più di prima, con qualcosa di prezioso attorno alla vita: Graziano Falzone, istruttore dell’Accademia del Combattimento nonché lottatore di kick boxing, alza al cielo un’altra cintura, stavolta la più prestigiosa.
Graziano, infatti, è diventato campione del mondo vincendo il titolo Ico PRO di Full Contact, ramo della kick boxing, sconfiggendo al quarto round il suo avversario, il rumeno Urucu Marius, per KO tecnico. L’incontro si è tenuto lo scorso 16 dicembre ad Ariccia, in provincia di Roma, nell’arena DaniloBoxe.
Una preparazione durata ben cinque mesi con due tecnici che lo hanno seguito in maniera costante: Francesco Privitera e Luca Scorrano, quest’ultimo di origini pugliesi. Graziano si è allenato proprio in Puglia durante i weekend per migliorare la prestazione atletica: “Mi hanno spremuto”, dice ai nostri microfoni.
La cintura da campione del mondo vinta da Graziano Falzone
L’incontro è stato molto sentito, visto che durante il primo round c’è stata una fase di studio dove i due lottatori hanno cercato di intercettare le mosse dell’altro. Nel secondo, invece, Marius è stato più propositivo, partendo subito forte: Graziano ha resistito e ha colpito forte nel terzo e soprattutto nel quarto round, dove sono bastati meno di trenta secondi per far chiamare il KO tecnico.
“È una soddisfazione immensa, un altro traguardo raggiunto. Ho dato il massimo allenandomi tutti i giorni, sono contentissimo. Adesso voglio godermi questo momento insieme con la mia famiglia per le feste natalizie. Poi darò il giusto spazio ai miei ragazzi, che dovranno affrontare i campionati nazionali e internazionali“.
Il titolo più importante, che dà lustro ancora una volta alla Sicilia sportiva. Questi alcuni scatti durante il match e dopo la vittoria:
Graziano ha anche vinto i campionati mondiali a Birmingham, portando anche i suoi allievi al trionfo. È sicuramente la sua vittoria più bella, vista la dedizione ancor più forte per la conquista del titolo. Ma, dopo la conquista della cintura, toccherà difendere quest’ultima. Da campione in carica di una disciplina che, forse, meriterebbe un po’ più di spazio e attenzione.
