Una famosa storia d’amore

Una famosa storia d’amore

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

“Non si può dire di aver vissuto appieno la propria vita se non si fanno esperienze come quella del teatro dove tutto è finzione ma nulla è davvero falso” Alessandra Sicali (Nutrice).

Certamente la più famosa al mondo: la storia di Romeo e Giulietta, giovani figli di famiglie tra loro nemiche, ma follemente innamorati l’uno dell’altra tanto da andare contro i propri genitori e amici e rischiare la vita… per poi perderla davvero.

I ragazzi del Liceo classico “Nicola Spedalieri” hanno suscitato molti consensi grazie allo spettacolo che li ha visti protagonisti del celebre odio tra Capuleti e Montecchi il 20 e 21 aprile scorsi al teatro “Ambasciatori” di Catania. Lo spettacolo ha concluso sette mesi di laboratorio, in seno al progetto “Parole e Musica”, creato e guidato dalla tutor Prof.ssa Emanuela Gutkowski, che da nove anni porta in scena grandi opere della letteratura teatrale e del musical dagli importanti risvolti didattici e pedagogici.

“Romeo e Giulietta”, pur non appartenendo ai giorni nostri, si è rivelata per i ragazzi una storia nella quale è facile immedesimarsi perché i temi che offre – l’odio, l’amore, l’amicizia – sono quotidiani per ognuno di loro; distante dai giovani attori è stato invece, come ci racconta Giovanna Valenti (Giulietta), il concetto della morte “che abbraccia l’intera opera, principalmente il secondo atto, ed è difficile da ricondurre a un evento avvenuto nella vita reale, ancor di più il momento del suicidio, tragico finale dell’intera opera”, che accostato all’arduo linguaggio del Bardo – alternato al canto – ha messo a dura prova i nostri studenti.


Prendiamo in prestito le parole di Francesco Rosalia (Tebaldo) che ci ha raccontato che “comprendere la logica di personaggi scritti più di quattrocento anni fa non è affatto semplice, ma attraverso l’impegno, la passione e la guida dei nostri Maestri possiamo diventare chiunque su un palcoscenico: questa è l’essenza del teatro” e ammettiamo che i ragazzi dello “Spedalieri” ci hanno dato un grande insegnamento, ovvero che è ancora possibile amare, emozionarsi, godere dell’arte ed apprezzarla, ma soprattutto impegnarsi per ottenere tutto questo.

Le musiche dal vivo sono state curate dal Maestro Eugenio Arezzo, mentre il regista è Marco Longo, che ha guidato gli allievi nel difficile lavoro di ricerca dei personaggi e di creazione di scenari interessanti e esteticamente affascinanti, grazie anche alle splendide luci e alla fonica curate da Giuseppe e Antonio Coco e dai loro collaboratori.

Il pubblico ha gradito molto lo spettacolo, sorprendendosi del fatto che dei giovanissimi ragazzi (dai quattordici ai diciotto anni) possano essere riusciti a rendere vera un’opera di così grande difficoltà come se fossero degli attori professionisti. La Preside, la prof.ssa Daniela Di Piazza, che ha fortemente voluti e incoraggiato la nona edizione del progetto, era soddisfatta e commossa per lo spettacolo a cui ha assistito.

Ma cos’è il teatro per i nostri giovani attori?

Vi lasciamo con le parole di Aurelio Mandraffino (Mercuzio) e Tiziano Scirè (Romeo): “Quando si fa teatro ci si sente vivi. Solo recitando, interpretando una persona diversa da quella che si è, si riesce a conoscere se stessi.”, dice il primo; “un’esperienza – quella del teatro – che fa “volare al di sopra delle proprie pene” e che, allo stesso tempo, permette di affondare àncore negli incavi più profondi del proprio essere.” , risponde il secondo.

 

Giovanna Valenti

Classe V Sez. A – Liceo Classico Statale Nicola Spedalieri, Catania