I giovani e le sfide sul web: incoscienti sempre più sprezzanti del pericolo

I giovani e le sfide sul web: incoscienti sempre più sprezzanti del pericolo

CATANIA – I giovani, da sempre, sono famosi per essere un po’ fuori dagli schemi, potremmo dire un po’ anticonformisti. Da qualche tempo, però, si sta esagerando e più che fuori dalle righe si tende ad essere sprezzanti del pericolo.

Infatti, con l’avvento dei social e di internet, si sta diffondendo una malsana idea, quella di prender parte a delle challenges (“sfide” in italiano), che in molti casi mettono a rischio la vita stessa.

Ne abbiamo sentite  e viste tante quali: la cinnamon (“cannella”) challenge, dove il partecipante deve mettere in bocca un cucchiaio pieno di cannella, La fire (“fuoco”) challenge, che consiste nel cospargere il corpo di benzina e spegnere in meno tempo possibile le fiamme e l’ultima arrivata la Tide pods challenge, dove il giovane deve masticare una capsula di detersivo.

Ma cosa spinge il giovane a mettere a rischio la cosa più importante che ha, la vita?

Abbiamo parlato con la psicologa Valentina La Rosa, la quale ha spiegato: “Comportamenti di questo tipo rientrano nel comportamento generale del ‘non avere limiti’, di ‘poter fare tutto’I limiti, che ci portano a evitare ciò che potenzialmente ci può danneggiare, normalmente, vengono posti dalle istituzioni educative, quali: scuole, chiesa, ecc.”.

Continua la dottoressa La Rosa: “La crisi di queste istituzioni, l’allontanamento delle stesse, ha fatto si che quei ‘paletti’ venissero e meno e che quindi i giovani si possano sentire liberi di fare ciò che si vuole“.

L’esperta ha precisato che “in alcuni casi, anzi nella maggior parte, questo mettere in pericolo la vita serve come gesto dimostrativo, come al voler richiamare gli adulti, dire ‘io ci sono’ o ‘cosa devo fare per farmi vedere?‘”.

Ma ciò che fa paura ha molti è la facilità con la quale queste challenges riescono a diventare virali e riescano a invitare sempre più giovani a prenderne parte. Molte volte, come visibile nei vari social, si tende a prendere parte a queste sfide al solo scopo di aver qualche visione o “like” in più.

Probabilmente una presenza più forte delle istituzioni, con campagne nelle scuole e sui social, potrebbero diminuire il fenomeno, o comunque cominciare a educare il giovane al rispetto del proprio corpo, degli altri, ma sopratutto della propria vita.

Non vale di più la propria vita che degli effimeri momenti di gloria sulle piattaforme social?