Terrore, furti e spaccio: ecco come agiva il clan Brunetto nell’Alcantara

Terrore, furti e spaccio: ecco come agiva il clan Brunetto nell’Alcantara

MESSINA – Un delicato accordo per il controllo dei territori e un sistema collaudato per rendere sicuro e perfetto il sistema delle estorsioni e lo spaccio di droga. L’operazione di questa mattina che ha portato all’arresto di 12 componenti del clan Brunetto ha messo in risalto diversi aspetti di come la mafia aveva messo le mani sul territorio messinese.

Nello specifico a Malvagna, Mojo Alcantara e Francavilla di Sicilia e zone limitrofe (Messina). Il tutto con un organizzazione piramidale basata sul rispetto e l’onore.

A guidare il sodalizio operante su Malvagna era Pino Vincenzo, 61 anni, mentre Carmelo Caminiti, 44 anni, e Antonio Monforte, 50 anni, avevano il monopolio sul territorio di Francavilla di Sicilia e le zone vicine.

Il sistema utilizzato per le estorsioni si basava essenzialmente su due aspetti. Il primo era legato al privare le aziende dei mezzi per lavorare e poter fare mercato. Quindi, come capitato in più occasioni, il sodalizio criminale provvedeva a rubare i mezzi di lavoro per poi chiedere un riscatto per riaverli indietro. Utilizzando il metodo del “cavallo di ritorno” dunque, venivano estorte ingenti somme di denaro agli agricoltori. Ma, altro sistema per costringere gli imprenditori a pagare per poter lavorare era il furto dei raccolti, specialmente pesche, frutto principale che viene coltivato in quelle zone.

Il secondo metodo era legato al terrore: non solo lettere minatorie, ma anche incendi. In molte occasioni, infatti, sono stati bruciati interi raccolti e capannoni, rendendo impossibile la vita ai titolari delle aziende agricole.

L’attività proficua, però, non era solo quella dell’estorsione, ma anche quella dello spaccio. Carmelo Caminiti, Angelo Salmeri e Alfio Di Bella, infatti, dovranno rispondere di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. A impartire ordini era Caminiti, mentre gli altri facevano da intermediari. Infine, anche furti di auto e altri mezzi erano un’ottima fonte per assicurarsi degli incassi.