Fratelli Nizza: il profilo criminale dei “padroni della piazza” a Catania

Fratelli Nizza: il profilo criminale dei “padroni della piazza” a Catania

CATANIA – Il maxi sequestro di oggi, ad opera della D.I.A. e ai danni della famiglia Nizza, per un totale di 4 milioni di euro (fra case di lusso a San Cristoforo, imprese e conti bancari) ha fatto sorgere diverse domande: chi sono i Nizza? Come sono nati? Sono un gruppo a se stante o hanno rapporti con altre famiglie di cosa nostra?

È la D.I.A. stessa, tramite un comunicato, a risponde a queste più che lecite domande.

I fratelli Nizza, appartengono all’omonimo gruppo criminale catanese “Santapaola-Ercolano”, che è a sua vola un’articolazione della famiglia di Cosa Nostra, attivo nel quartiere Librino.

La condivisione di uomini e di mezzi tra il gruppo Nizza e la famiglia Santapaola-Ercolano è ampiamente dimostrata dalle numerose operazioni di polizia eseguite. Infatti il gruppo dei Nizza, dopo una collocazione inizialmente autonoma, è stato saldamente inserito nella più ampia famiglia di “Cosa Nostra” catanese, operando anche nell’interesse e per raggiungere i fini propri della organizzazione mafiosa.

Il gruppo malavitoso dei fratelli Nizza, capeggiato da Daniele, aveva il monopolio delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti di Catania: nello specifico nel quartiere Zia Lisa e nel quartiere San Cristoforo, nonché in altre aree della cittadina etnea, così come risulta dalle Operazioni di polizia: Carthago – Fiori Bianchi – Spartivento.

I fratelli, inoltre, annoverano, a vario titolo, numerose condanne in primo e secondo grado per estorsione, associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, violazioni alla normativa in materia di armi e omicidio.

Inoltre ricordiamo che Andrea Luca Nizza, all’inizio del 2017, è stato arrestato dopo una latitanza che durava dal dicembre del 2014 per la quale era stato inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno.

Tutti e tre gli esponenti della famiglia, poi, risultano già destinatari di Misure di Prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S.

Questa fondamentale operazione della DIA è nata anche grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, tra i quali anche il fratello Fabrizio Nizza, che riconducevano ai membri del clan beni immobili e imprese.