“Blue Whale”: un falso “gioco” del suicidio inventato dal governo russo?

“Blue Whale”: un falso “gioco” del suicidio inventato dal governo russo?

E se il caso “Blue Whale” altro non fosse che una bufala? Una leggenda metropolitana amplificata a dismisura dai social e da internet? 

La notizia del “gioco” online che istigherebbe i giovani al suicidio era esplosa in Italia dopo il servizio andato in onda durante la trasmissione televisiva “Le Iene“, domenica 14 maggio: secondo quanto trasmesso, il suicidio di un sedicenne livornese sarebbe legato al fenomeno virale.

Come spiegato all’interno del servizio, si tratterebbe di un rituale che intende condurre soggetti giovani, deboli e depressi al suicidio. Le vittime, però, deciderebbero consapevolmente di aderire al gioco postando un messaggio con l’hashtag #f57, dopo il quale si verrebbe contattati in forma privata da quello che viene definito “master“, una figura che sottopone al “giocatore” un elenco di prove.

È sin da questo punto sorgono i primi dubbi sull’effettiva esistenza di questo “gioco”: il master, infatti, non si capisce bene come, sarebbe in possesso di informazioni personali che, in caso di disobbedienza del giocatore, porterebbero a ritorsioni violente sulla famiglia di quest’ultimo.

Le prove prevedono l’ascolto o la visione di film e canzoni, ferite autoinflitte, sostare sul bordo di un palazzo o sui binari di una ferrovia. Ogni prova deve essere compiuta in segreto: pena la morte dei familiari.

Le presunte morti causate da questo macabro rituale sarebbero oltre 130, prevalentemente in Russia, ma sono tutte da confermare.

A dare nuovo impulso alla storia ci sarebbe anche l’arresto di un 22enne russo, Philiph Budekin, che si sarebbe proclamato inventore del “Blue Whale”, dichiarandosi colpevole dell’istigazione al suicidio di un numero non meglio precisato di persone. Il giovane, studente di psicologia, avrebbe lanciato il fenomeno sul social network Vkontakte

Il nome del “gioco” (“Balena Azzurra“) si ispira alle balene e alla loro pratica di spiaggiarsi, che le porta a morire senza alcun motivo apparente. E proprio l’incisione sul corpo di una balena è una delle prove del rituale. Tra le altre ci sarebbe anche la sveglia alle ore 4,20 del mattino. Il tutto dura 50 giorni: alla fine il “giocatore” dovrebbe trovare l’edificio più alto della città in cui vive e lanciarsi giù.

Il condizionale in questa storia è d’obbligo, dal momento che numerosi giornalisti che hanno provato a partecipare al gioco per scoprire di cosa si trattasse non hanno ricevuto alcun tipo di contatto. Le prove dell’esistenza del gioco verrebbero quindi a mancare.

Del “Blue Whale” si è iniziato a parlare nel maggio 2016 in seguito a un’inchiesta pubblicata dal periodo russo Novaya Gazeta, secondo il quale 80 suicidi avvenuti in Russia tra il novembre del 2015 e l’aprile del 2016, erano stati causati dal “gioco”. 

Ad oggi, però, non esistono elementi reali per collegare le morti di questi adolescenti al “Blue Whale”, come indagato da vari siti di fact-checking, come per esempio Snopes. Si tratterebbe, quindi, di una fake news: secondo il Safe Internet Center, citato dall’Huffington Post, si tratterebbe di una falsa notizia sensazionalista lanciata nel maggio 2016 dai media russi. Secondo questa teoria, dietro si celerebbe l’intento del governo russo di limitare l’utilizzo dei social network. I numerosi post in rete che alimentano il fenomeno virale, sarebbero stati, quindi, creati ad hoc.