Studenti “abbandonati al loro destino” tra gli “orrori” dell’Oberdan: “Soldi buttati per pagare i loro immeritati stipendi”

Studenti “abbandonati al loro destino” tra gli “orrori” dell’Oberdan: “Soldi buttati per pagare i loro immeritati stipendi”

CATANIA –  Quella che vi raccontiamo oggi è una storia che ha dell’incredibile. L’ennesimo episodio surreale in cui i diritti (in questo caso quelli degli studenti che risiedono nella “Residenza Universitaria Centro”, alias casa dello studente Oberdan) vengono ignorati.

Abbiamo raccolto lo sfogo di uno studente (che ha preferito rimanere nell’anonimato) il quale ci ha raccontato come si vive all’interno dello studentato.

Parliamo della stessa casa dello studente che, nei primi giorni dello scorso dicembre, si era completamente allagata, rendendo impossibile la vita agli studenti, molti dei quali già oberati dalla sessione d’esame imminente. 

Allora…martedì ha riaperto la residenza, dopo la chiusura per le feste di Pasqua (chiusura, peraltro, non prevista dal bando, ma questa è un’altra questione…) e ci siamo ritrovati senza acqua – racconta lo studente -. L’acqua era stata chiusa probabilmente in seguito al fatto che qualche giorno prima della stessa una stanza si era allagata a causa di un guasto ad un tubo. Solo che una volta riaperta, si sono presentati diversi problemi. Inizialmente l’acqua non c’era proprio, poi mancava quella calda. Abbiamo fatto pressione affinché venissero dei tecnici in giornata, ma le nostre richieste sono state ignorate e siamo stati costretti a farci le docce gelate“.

Il giorno successivo – continua – sono arrivati dei tecnici e il direttore ci ha comunicato che l’acqua calda sarebbe tornata in giornata…diciamo che era appena tiepida. Ieri mattina, rieccoci, l’acqua era nuovamnete ‘sparita’. Sono venuti i tecnici, hanno risolto il problema, ma l’acqua era ancora fredda. Hanno detto che la caldaia doveva avere il tempo di riscaldare ben 1000 litri d’acqua e ci sarebbe voluto tempo. Nel tardo pomeriggio ancora niente: acqua gelida “.

Abbiamo telefonato al direttore della nostra residenza che nel piccolo della sua posizione, ha sempre cercato di fare qualcosa. È arrivato subito con un tecnico, la caldaia a detta di quest’ultimo era perfettamente funzionante e dovevamo ancora aspettare che riscaldasse tentando di non aprire l’acqua calda perché altrimenti avremmo vanificato tutto. Stamattina l’acqua era ancora fredda. Dopo diverse telefonate il direttore ha chiamato nuovamente un tecnico e stanno arrivando in residenza“.

Siamo più di 180 studenti – conclude – e ci sentiamo presi in giro. Il primo giorno hanno detto che si era rotta la scheda, il terzo che si era guastato il motorino. Adesso dicono ci sia un altro guasto di natura ignota. In 4 giorni in cui i tecnici vanno e vengono non sono riusciti a risolvere la situazione o a notare altri problemi che, facendo un check completo della situazione, si dovrebbero chiaramente rilevare. Questo perché manca una manutenzione costante. Perché siamo abbandonati a noi stessi. L’unico a tentare di fare qualcosa è il direttore dello studentato che, però, all’interno dell’E.R.S.U. è una figura ben poco rilevante e chi di dovere ci ignora del tutto o ci consiglia di comprare dei bollitori per fare la doccia. Peraltro lo stesso direttore dell’E.R.S.U., Caltagirone (Valerio Caltagirone, in carica da inizio 2016, ndr.) , in situazioni di disagio ed emergenza come quella che si è verificata a dicembre quando la residenza si è allagata, oltre che disinteresse ha manifestato un palese abuso di potere, mettendo in difficoltà chi aveva tentato di ribellarsi alla situazione“.

La situazione in effetti è parecchio curiosa, quattro giorni per ripristinare una caldaia apparirebbero tanti anche agli occhi dei più pazienti. Leggete la mail che uno studente ha inviato alla nostra redazione:

È assurdo. Credo sia inammissibile che una residenza universitaria versi in questo stato. Ok gli inconvenienti, possono capitare ovunque. Ma non è ammissibile che si susseguano una serie di sfortunati contrattempi che ci privano dei beni primari. Sorvoliamo sull‘ascensore che, in una certa misura, potrebbe essere considerato un elemento quasi accessorio e non strettamente necessario. Ma parliamo d’acqua. Ci siamo lavati con l’acqua fredda pur di continuare a rispettare la nostra igiene e poter vivere in una società civilizzata, perché forse all’E.R.S.U. non lo sanno ma venendo a mancare l’acqua cominciano ad annullarsi anche le possibilità di rispettare l’ABC delle norme igieniche. Mi sono lavato con l’acqua della bottiglia. Ed io pago. Pago 90 euro al mese e ci sono quelli a cui l’importo mensile raggiunge la quota di ben 110 euro. 110 euro al mese presi e buttati per pagare i loro immeritati stipendi. E poi ai premi letterari si fanno belli dicendo ‘l’E.R.S.U. quest’anno ha pagato entro i termini previsti le rate della borsa di studio’. Grazie al c***, rubate soldi per prestare un servizio di residenze che è molto meno che scadente. Per altro decantate tanto orgogliosamente onori che, in realtà, dovrebbero essere semplice prassi abitudinaria. Io pago come pagano i tanto famigerati Erasmus che in estate occupano le residenze al posto nostro e che però, soltanto perché riempiono in numero consistentemente maggiore le tasche dei nostri dirigenti, ricevono un servizio nettamente superiore a quello che invece a noi negano. Si pensi al wifi per cui lo scorso anno abbiamo lottato con le unghie e con i denti affinché venisse attivato, e che improvvisamente diventa funzionante non appena noi lasciamo il posto a quelli che, agli occhi dei dirigenti, altri non sono che banconote erranti. In più, loro vanno allegramente a prendere il caffè tutti insieme come se ogni cosa fosse funzionante ed al suo posto. L’accondiscendenza e la flemma di quest’istituzione mi lasciano inorridito e basito. Sono ben consapevoli che sta per giungere il fine settimana e, non dimentichiamolo, il ponte del 25 aprile. Ma preferiscono suggerire agli studenti di tornare a casa. Come se non avessimo lezioni, come se non avessimo esami da sostenere, come se i biglietti dell’autobus ed il tempo perso ce li rimborsassero loro. Dovrebbero smuovere mezzo mondo pur di risolvere la situazione in giornata ed invece, ne sono quasi certo, se ne parlerà dopo il 25. Perché non sia mai che non rispettino il ponte e non facciano l‘arrustuta in famiglia. Beh sì, in fondo loro dopo aver mangiato panini grondanti d’olio possono lavarsi le mani, a differenza nostra che per lavarci la faccia la mattina dobbiamo sperare che l’acqua miracolosamente si manifesti come un’apparizione divina sgorgando copiosa dai nostri rubinetti.

Io pago per avere servizi supplementari e beni primari che mi spettano di diritto e che loro mi hanno garantito. I soldi che gli diamo dovrebbero essere adibiti alla manutenzione degli stessi servizi. Se questa fosse fatta regolarmente non avremmo avuto stanze allagate, fiumi per le scale, ascensori non funzionanti per mesi, carenza d’acqua calda e totale assenza d’acqua, lavatrici bloccate e che perdono barilate d’acqua dal filtro. Gli imprevisti accadono, ma non si susseguirebbero incessantemente come se fossero ordinaria amministrazione se la manutenzione fosse fatta con cadenza regolare. Ritengo che insieme, dovremmo fare appello alle condizioni indicibili in cui versa la residenza. Un coro di voci credo sia meglio di un singolo“.

In merito all’affermazione “rubate soldi per prestare un servizio di residenze che è molto meno che scadente” lo studente ha poi specificato che “il termine rubare non deve intendersi in senso letterale. Se un impiegato o il responsabile di un ente non svolge il suo lavoro o non lo svolge bene (ad esempio, restando sordo alle richieste degli studenti, prendendosi solo i meriti dell’essere direttore e non gli oneri) per me ‘ruba’ il proprio stipendio (come ad esempio, i dipendenti comunali che non fanno una mazza – solo quelli che non fanno una mazza chiaramente – e gli assenteisti non meritano il loro stipendio e ‘rubano’ soldi allo Stato). Poi, chi paga con notevoli sacrifici e non ha un reddito particolarmente elevato, pretende che i servizi (quantomeno quelli basilari) vengano garantiti. Se questo non avviene, sorge il dubbio che i soldi non vengano impiegati per necessità reali e manutenzione”.

Leggi la risposta del presidente Alessandro Cappellani e del direttore Valerio Caltagirone. Clicca qui