Accerchiato e schiaffeggiato dal “branco” : una donna rompe l’indifferenza

Accerchiato e schiaffeggiato dal “branco” : una donna rompe l’indifferenza

CATANIA – Accerchiato e schiaffeggiato da un gruppo di coetanei mentre accanto a lui gli automobilisti incolonnati al semaforo e i passanti assistono alla scena senza battere ciglio. È quanto accaduto sabato sera, qualche minuto prima delle ore 20, davanti all’ingresso della Villa Bellini di piazza Roma.

A raccontarci l’episodio è una donna che proprio in quel momento era in coda al semaforo a bordo della sua vettura. L’unica ad aver reagito alla scena che si stava consumando di fronte ai suoi occhi.

Ero in auto in attesa che il semaforo diventasse verde, quando ho visto uscire di corsa dalla Villa una vera e propria ‘flotta’ di ragazzini. Saranno stati una trentina, avranno avuto 14 anni al massimo, maschi e femmine”, esordisce la signora Maria.

Stavano litigando animatamente tra di loro, potevo sentirne le voci nonostante il finestrino fosse chiuso. Era evidente che avessero in corso, già da prima, un litigio contro questo ragazzino che nel frattempo avevano costretto a stare con le spalle inchiodate alla ringhiera della Villa. Una ragazzina, in particolare, gli urlava contro, atteggiandosi a leader. Stavo già abbassando il finestrino per intimare loro di smetterla, quando un ragazzo ha scansato la giovane e, sempre urlando, ha rifilato un sonoro e violento schiaffo al ragazzino bloccato contro la ringhiera”.

Prosegue la nostra lettrice: “D’istinto ho cominciato a suonare freneticamente il clacson per fermarli e ho urlato loro di smetterla. Una delle ragazze del gruppo si è avvicinata alla mia auto è mi ha intimato ‘ma lei lo sa che cosa ha fatto?’. ‘Non mi importa’, le ho risposto sempre urlando, e rivolgendomi a lei e ai suoi amici alle sue spalle, che ancora tenevano di mira il ragazzino, ho detto ‘Qualsiasi cosa abbia fatto non si alzano le mani, basta! A casa! Di corsa!'”.

Una reazione, quella della signora Maria, che ha messo fine al pestaggio: dopo i suoi rimproveri, infatti, il gruppo si è diviso, allontanandosi, chi in direzione del viale Regina Margherita, chi rientrando alla Villa.

Non una spiegazione è giunta da parte della ragazzina che spavalda aveva provato ad aver ragione della donna che si è opposta a quella lite e a quello schiaffo.

Non un dito hanno mosso quanti hanno assistito all’episodio. Ed erano in molti, come sottolinea la nostra lettrice: “Eravamo un tappeto di macchine incolonnate e parecchie persone sia a piedi sul marciapiede, sia all’ingresso della Villa, eppure nessuno ha fatto o detto qualcosa per fermare quei ragazzini”.

A preoccupare, infatti, non è solo la violenza manifestata da un gruppo di minorenni che agiscono mettendo in atto logiche da “branco”, ma anche l’indifferenza mostrata da quanti hanno assistito e preferito guardare altrove.

Eppure non è la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima, che verranno segnalati e commessi episodi di questo genere. Il “branco” è una realtà che non sembra conoscere tempo: accomuna le adolescenze di ogni generazione. Stupirsi e puntare il dito contro i ragazzi d’oggi, sempre più protagonisti di gravi fatti di cronaca, non servirà ad arginare e sopprimere il fenomeno. Tutt’al più, sembra essere solo un blando tentativo di lavarsi la coscienza e coprire un passato mai veramente archiviato e superato, destinato a ripetersi nel tempo se si continuerà a girar la testa e guardare altrove.