La disfunzione erettile nel paziente diabetico. Un’importante “spia”

La disfunzione erettile nel paziente diabetico. Un’importante “spia”

Massimo Buscema

Il Diabete Mellito (DM) è una patologia cronica che colpisce circa il 7% della popolazione generale. La prevenzione attraverso il cambiamento dello stile di vita (dieta ed attività fisica) riducono le probabilità di ammalarsi. Spesso si pensa alla cura del diabete come una mera questione di “glicemia”. Non vi è nulla di più sbagliato. Il paziente diabetico è soggetto a sviluppare una molteplice varietà di complicanze della malattia.

È fondamentale ricordare che il diabete è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari (come l’infarto cardiaco) prima causa di morte nel paziente diabetico. Ne deriva che il diabetologo si trova a gestire una malattia complessa ed eterogenea, il cui trattamento è multidisciplinare.

È intuitivo comprendere come la prevenzione delle complicanze sia la chiave di volta nella gestione del DM. Fra le complicanze croniche spesso taciuta o sottovalutata vi è la Disfunzione Erettile (DE). Con essa si intende “l’incapacità ad ottenere e/o mantenere un’erezione che permetta un rapporto sessuale soddisfacente”. Forse ciò è dovuto alla reticenza del paziente circa certi aspetti della vita personale. O è anche il medico che, motivato dall’imbarazzo suscitato dall’argomento, preferisce sorvolare aspettando che sia il paziente a fare la prima mossa. Ed ecco un pericoloso circolo vizioso.

Sono almeno due le ragioni per le quali non si deve sottovalutare la DE, temibile complicanza cronica che, per inciso, colpisce dal 30% al 75% dei pazienti diabetici. La prima è l’importanza che la vita sessuale riveste nella coppia, essendo essa parte integrante di un rapporto e sinonimo di benessere in tutti i sensi. In secondo luogo, non meno importante, vi è il ruolo che la DE svolge come “spia” di malattia cardiovascolare. Sono numerosi gli studi pubblicati in autorevoli riviste mediche che sottolineano come l’insorgenza della DE possa precedere di alcuni anni l’infarto miocardico. La ragione di ciò è in parte riconducibile al fatto che alla base della cardiopatia ischemica vi è una malattia delle arterie cardiache (coronarie), come alla base della DE vi è, ma non solo, un’alterazione delle arterie che irrorano l’organo genitale maschile. Essendo queste ultime di calibro inferiore rispetto alle coronarie, la DE si manifesta spesso prima di un’eventuale patologia cardiaca e si pone come una preziosa “spia”.

A tale proposito è importante sfatare il mito secondo il quale i farmaci utilizzati nella cura della DE (come gli Inibitori delle Fosfodiesterasi V) siano pericolosi per il cuore. Se ciò è vero per una piccola percentuale di casi è tutto il contrario per il resto.

In conclusione è necessario sensibilizzare il medico ed il paziente in merito alla cruciale importanza che la diagnosi ed il trattamento della DE svolgono nell’ottica della prevenzione della patologia ischemica cardiaca e di una migliore qualità di vita.