Crudele “destino” per la mafia di Carini: sei arresti

Crudele “destino” per la mafia di Carini: sei arresti

CARINI – Quella stalla proprio non gli andava giù. La volevano loro e non potevano sopportare che il proprietario non intendesse sottomettersi alla volontà della mafia di Carini. Prima l’hanno incendiata, poi gli hanno ucciso due cavalli a colpi di pistola ed erano pronti per il terzo gesto intimidatorio se non fosse che la persona che aveva quest’incarico, ha incontrato quel giorno una pattuglia dei carabinieri e quindi ha desistito.

Le leggi le dettava lui, il boss Angelo Antonino Pipitone, 71 anni.

Angelo Antonino Pipitone

Il proprietario di quella stalla doveva cedere a tutti i costi la sua quota alla famiglia mafiosa che ne possedeva solo il 50%.

E già… famiglia. A far parte del giro malavitoso, c’erano, infatti, anche la moglie di Angelo, Franca Pipitone di 65 anni, la figlia Epifania di 34 e Benedetto il genero di 40 anni.

PELLERITO-FRANCA PIPITONE-EPIFANIA 

Ma c’erano anche altri aiutanti che nonostante il capo clan fosse in carcere dal 2007 curavano e accrescevano il suo impero economico costruito con ville, terreni, fabbricati industriali e società. E fra questi spuntano due nomi: Francesco Marco Pipitone, 33 anni e Angela Conigliaro, 44 anni.

 

“Sono invasati… devono fare chissà cosa”è stato proprio uno dei colletti bianchi colluso con la famiglia di Carini a pronunciare queste parole in riferimento ai carabinieri che stavano facendo accertamenti su una rotonda dello svincolo autostradale del paese, riconducibile alla cosca. Proprio questa rotonda era stata sequestrata per violazione della normativa a tutela dell’ambiente infliggendo un duro colpo al clan che di essa aveva fatto il baluardo del potere mafioso.

E si. Si parla proprio di centinaia di milioni di euro, infatti attorno alle sei persone che sono state arrestate stamattina dai carabinieri giravano soldoni. Basti pensare che i militari preventivamente hanno sequestrato le quote sociali e i complessi aziendali, circa 40 fra fabbricati e terreni, di due società a responsabilità limitata legate alla consorteria mafiosa per circa otto milioni di euro.

Fra intercettazioni e interrogatori, sono scattate anche numerose perquisizioni e fra queste i sospetti sono ricaduti anche su due studi legali di Palermo e Carini ma i nomi al momento sono top secret.