Pizzini per comunicare con il “professore”. Colpita rete di Messina Denaro

Pizzini per comunicare con il “professore”. Colpita rete di Messina Denaro

AGRIGENTO – Blitz antimafia in provincia di Agrigento. I carabinieri hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Palermo nei confronti di 7 indagati per associazione mafiosa.

Colpita anche la rete di collegamento con Matteo Messina Denaro. L’operazione è frutto di una vasta indagine sviluppata dal Ros del comando provinciale carabinieri di Agrigento che ha interessato in particolare il mandamento mafioso di Sambuca di Sicilia.

Le indagini hanno consentito di individuare gli assetti di vertice della cosca agrigentina e di documentare il ruolo di cerniera svolto nei confronti dei clan di Cosa nostra attivi nella Sicilia occidentale e il collegamento con il superlatitante di Castelvetrano.

È emerso come gli indagati si avvalessero del consueto e sperimentato metodo dei “pizzini” per comunicare tra loro, con l’esistenza di un canale di collegamento tra “il professore”, Leo Sutera, ritenuto tra il 2010 e il 2012 il capo della provincia di Agrigento, e Messina Denaro.

Le indagini, scaturite nell’operazione ‘Eden 5 – Triokola’ e coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Rita Fulantelli, Emanuele Ravaglioli e Claudio Camilleri, hanno anche documentato una serie di incontri riservati tra Sutera ed esponenti mafiosi delle province di Agrigento e Palermo nelle campagne di Sambuca di Sicilia.

Incontri funzionali alla pianificazione di comuni strategie criminali e caratterizzati da rigidi protocolli di sicurezza. Non avvenivano mai nello stesso luogo, mai all’interno di fabbricati e, come ulteriore esasperata forma di prudenza, sempre in movimento, nel senso che i partecipanti erano soliti camminare per i campi allo scopo di neutralizzare eventuali microspie.

Sutera si avvaleva di un collaudato e fedele circuito di favoreggiatori incaricato di procedere ai sopralluoghi nell’area scelta per gli incontri, costituire una cintura di sicurezza della zona e prelevare i partecipanti in luoghi convenuti per poi portarli al cospetto del capomafia.

Accertati i faccia a faccia tra il boss e Giuseppe Genova, ritenuto capo della famiglia di Burgio e principale collaboratore di Sutera; con Cosimo Michele Sciarabba, della cosca di Misilmeri, figlio del più noto Salvatore Sciarabba (già reggente di Misilmeri e del mandamento di Belmonte Mezzagno-Misilmeri dopo l’arresto di Benedetto Spera; Gaetano Maranzano, del clan di Palermo Cruillas. Tra i destinatari dei provvedimenti emessi dal Gip Maria Pino, oltre a Genova, coloro che garantivano il supporto logistico: Andrea e Salvatore La Puma, di 69 e 41 anni, agricoltori strettamente legati a Sutera, Gaspare Ciaccio, 32 anni, Massimo Tarantino, 45 anni, Luigi Alberto Sala, 32 anni, e Vincenzo Buscemi, 64 anni, tutti di Sambuca di Sicilia.