Mannino: “Io vittima dei pm” ma Lo Voi frena: “Moderazione non guasterebbe. È un’assoluzione non con formula piena”

Mannino: “Io vittima dei pm” ma Lo Voi frena: “Moderazione non guasterebbe. È un’assoluzione non con formula piena”

PALERMO – “Questa sentenza di un giudice coraggioso mette il sigillo alla verità: io con la trattativa non c’entro nulla. Non ho mai dato né consigli né suggerimenti né fatto da tramite a nessuno”.

Così, in un’intervista a la Repubblica, l’ex ministro democristiano Calogero Mannino, commentando la sentenza che lo ha assolto nel processo stralcio sulla trattativa Stato-mafia. Ma la trattativa ci fu o no? “Io questo non lo so – risponde – Certo, ho dei fortissimi dubbi. Ho fatto il ministro della Repubblica per dieci anni, ho rispetto per il corpo dello Stato, so cosa è l’Arma dei carabinieri e dubito che si possa essere avventurata su un terreno così infido”.

Anche se nel 1992, dopo le stragi, l’Italia era in ginocchio? Anche se molti uomini politici, lei compreso, avevano paura per la propria vita dopo l’omicidio Lima?

“In quegli anni – ricorda – io avevo preoccupazioni, non paura, così come ce le avevano molti politici e molti magistrati. Io sapevo di poter essere un obiettivo e sono rimasto al mio posto con grande senso di responsabilità. E comunque ero già a rischio ben prima dell’omicidio Lima”.

E perché mai Cosa Nostra ce l’aveva con lei se non per le “promesse tradite” come sostengono i pm? 

“Noi della Dc – risponde – negli anni Ottanta abbiamo affrontato una sfida di cui purtroppo io ho pagato le conseguenze per 25 anni. Noi abbiamo buttato fuori Vito Ciancimino, noi abbiamo promosso la giunta della Primavera di Leoluca Orlando, noi abbiamo dato vita al governo più illuminato della Regione Siciliana, con Rino Nicolosi. Nella campagna elettorale del 1991 (e c’era il maxiprocesso in Cassazione) noi abbiamo tappezzato la Sicilia con manifesti con su scritto: ‘Contro la mafia, costi quel che costi’. Noi abbiamo sostenuto il maxiprocesso, noi abbiamo portato Giovanni Falcone al ministero di Grazia e giustizia, noi abbiamo contribuito all’istituzione della Direzione nazionale antimafia e della Dia. La mafia si è vendicata e io sono rimasto stritolato tra l’offensiva di Cosa nostra contro la Dc e il progetto di destrutturazione del nostro partito portato avanti in quegli anni da esponenti del vecchio Pci. Questa è la storia, il resto sono solo chiacchiere.”

Ma subito dopo la sentenza e l’assoluzione dell’ex ministro i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi hanno subito risposto: “Impugneremo la sentenza. Noi andiamo avanti“.

“L’impugnazione è probabile, ma se non si leggono le motivazioni della sentenza non ha senso anticipare giudizi, d’altra parte di parla di un’assoluzione non con formula piena”: sono parole ben ponderate quelle pronunciate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi dopo l’assoluzione dell’ex ministro.