ACI CASTELLO – Questa mattina in un noto albergo nella località di Cannizzaro sulla Ss 114 è avvenuta la proiezione del documentario d’inchiesta di Alberto Castiglione “Amianto, i ‘veleni’ di Biancavilla“, video il quale parla delle problematiche create dalla presenza di questo gruppo di minerali inosilicati e fillosilicati nel territorio comunale biancavillese.
La presentazione del documentario e i suoi relatori
La conferenza è stata organizzata dalla Fillea Cgil regionale siciliana e Fillea Cgil Catania, conferenza presentata proprio dal regista palermitano Alberto Castiglione, che ha realizzato il reportage con interviste e sopralluoghi appositi proprio nella città etnea; dopodiché si è passati ai classici saluti istituzionali del segretario generale Cgil Catania Carmelo De Caudo, succeduto da una “tavola rotonda” in cui erano presenti: il segretario generale Fillea Cgil Sicilia Giovanni Pistorìo, il segretario generale Fillea Cgil Catania Vincenzo Cubito, il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino, il consigliere comunale del comune di Biancavilla e medico chirurgo Melissa Pappalardo e infine il magistrato in Corte di Cassazione Bruno Giordano, moderatore invece è stato il noto giornalista locale Mario Barresi. Presenti nel pubblico molti esponenti sia appartenenti alla sigla sindacale Cgil, che dal mondo delle istituzioni territoriali locali e nazionali.
Dopo la proiezione del reportage, si è passati agli interventi che hanno sinteticamente ripercorso, gli accadimenti nel corso degli anni sulla città etnea occidentale, il tutto originario da una cava presente nel Monte Calvario (un piccolo rilievo all’interno del territorio comunale di Biancavilla, a circa 2 km dal centro storico della città), fenomeno “naturale” dovuto al fatto che le fibre di fluoro edenite che causano i problemi di salute, non sono di origine industriale, ma hanno una derivazione di origine vulcanica: essendo parte del Monte Calvario stesso, che a sua volta fa parte della struttura orografica e o vulcanica dell’Etna.
Le dichiarazioni del magistrato Bruno Giordano
“Pensate a questi processi come contesti in cui le prove si ricavano da archeologie processuali, dove il capannone in cui il lavoratore ammalato lavorava ma che adesso non esiste più, dove cercare verbali dell’ ispettorato del Lavoro degli anni Cinquanta e Sessanta. Un processo dove spesso il datore di lavoro è già morto. La legge, intanto, non dice che abbiamo l’obbligo di bonificare i siti“.
Le dichiarazioni del segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino
“Con le bonifiche siano molto in ritardo; appena il 10% dei comuni possiede piani di bonifica dall’amianto. Questo è un problema grave, che ha ricadute pesanti sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. È necessario un grande investimento sulle bonifiche, con agevolazioni anche ai cittadini per la rimozione dell’amianto, Su questo tema la Regione è latitante, è rimasta lettera morta un protocollo firmato con Cgil, Cisl e Uil che prevedeva un percorso per l’eliminazione dell’amianto e sistemi di smaltimento adeguati. E la situazione è rimasta quella di sempre con coperture e manufatti che si trovano un po’ ovunque…sia qualcosa che attiene al tema della giustizia sociale: vivere in paesino “avvelenato”, fra case e strade impregnate di sostanze cancerogene, ha compromesso non soltanto la salute e la vita stessa di tantissimi cittadini, lavoratrici e lavoratori, ma ha condizionato negativamente la possibilità di sviluppo di un intero territorio“.
Le dichiarazioni del segretario generale Fillea Cgil Sicilia Giovanni Pistorìo
“Il caso Biancavilla potrebbe aprire anche ampi ed altri scenari su cui occorre far luce: che fine hanno fatto le migliaia di tonnellate, precisamente 97000 metri cubiti, di materiale cavato, contenente fluoro-edenite, dalla galleria della linea ferroviaria circumetnea a Biancavilla? Crediamo inoltre che ideare un sistema simile al bonus 110% possa mettere in condizione il paese di essere riqualificato in tempi non lunghi. Altro tema è quello dei costi che devono sobbarcarsi le ditte artigiane per essere iscritte al registro speciale delle aziende abilitate a lavorare in presenza di materiali speciali. Servirebbe un aiuto. Anche i dintorni di Biancavilla andrebbero monitorati; il sospetto è che i materiali possano essere stati destinati ad opere realizzate in altre parti del territorio“.
Le dichiarazioni del segretario generale Fillea Cgil Catania Vincenzo Cubito
“Sia qualcosa che attiene al tema della giustizia sociale: vivere in paesino “avvelenato”, fra case e strade impregnate di sostanze cancerogene, ha compromesso non soltanto la salute e la vita stessa di tantissimi cittadini, lavoratrici e lavoratori, ma ha condizionato negativamente la possibilità di sviluppo di un intero territorio, nonostante le positive iniziative intraprese dalle precedenti amministrazioni“.