PALERMO – Il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Giovanni Antoci e Gaspare Spedale hanno richiesto tre condanne all’ergastolo per l’omicidio di Emanuele Burgio, il giovane ucciso a colpi di pistola alla Vucciria il 31 maggio 2021. La richiesta di pena è stata formulata durante l’udienza della Corte d’Assise presieduta da Sergio Gulotta. Gli imputati sono i fratelli Domenico e Matteo Romano e il figlio di quest’ultimo, Giovanni Battista.
Omicidio pianificato
Secondo l’accusa, l’omicidio di Burgio avvenne in un contesto mafioso in via dei Cassari, davanti alla trattoria “Zia Pina”, gestita dalla famiglia della vittima.
Burgio era stato imputato in un processo per droga, e il padre, Filippo, era stato condannato in passato per aver agevolato il boss di Pagliarelli Gianni Nicchi. La famiglia del giovane non si è costituita parte civile nel processo.
La Procura sostiene che l’omicidio di Burgio sia stato studiato in ogni minimo dettaglio e si sia verificato al culmine di una lite. Gli inquirenti hanno ricostruito una serie di dissidi tra Burgio e i Romano, avvenuti prima del delitto.
Anche gli imputati hanno delle parentele mafiose: Matteo e Domenico Romano sono i fratelli di Davide, il boss di Borgo Vecchio, trovato incaprettato nel bagagliaio di una Fiat Uno nel 2011.
La “spedizione punitiva”
La spedizione punitiva contro Burgio sarebbe legata ad uno scontro tra Giovanni Battista Romano e un parente della vittima, avvenuto qualche giorno prima dell’omicidio, in seguito a un banale incidente stradale. Burgio, secondo le indagini, sarebbe andato a cercare i Romano per chiedere spiegazioni sull’episodio. La situazione sarebbe stata risolta grazie alla mediazione di un’altra persona.
Tuttavia, la sera del 31 maggio, i Romano sarebbero andati alla Vucciria per cercare Burgio. Giovanni Battista aveva con sé una pistola e, al culmine del diverbio, l’avrebbe passata allo zio Matteo, che avrebbe aperto il fuoco, uccidendo il giovane che inutilmente aveva tentato di fuggire.
I Romano furono fermati poco dopo il delitto, e uno di loro, Domenico, ammise le sue responsabilità, fornendo la sua versione dei fatti. Spiegò che non dormiva da tre notti e che Burgio gli avrebbe minacciato per primo: “Vi devo scippare la testa e poi ci devo giocare a pallone“. Secondo Domenico, Burgio sarebbe stato un ragazzo violento, scatenando la loro reazione.
La parola passerà alle difese nella prossima udienza, tra qualche settimana.