CATANIA – La sentenza shock del Tribunale Civile dell’Aquila, che ha stabilito che le vittime del terremoto del 2009 sono morte anche per colpa loro, sembrerebbe rappresentare uno stereotipo sempre più frequente nella prassi giudiziaria, dove le vittime non sono considerate tali e addirittura hanno contribuito ad esserlo.
La superiore decisione ricorda il noto caso degli sfollati di via Castromarino, che nella notte del 20 gennaio 2020, durante i lavori di scavo per l’ampliamento della Metropolitana di Catania, hanno dovuto abbandonare le proprie case a seguito del crollo dell’edificio. Le persone coinvolte in questo caso si sono salvate miracolosamente, anche grazie al tempestivo e provvidenziale intervento dei vigili del fuoco, ma paiono essere state trattate pressoché alla stessa stregua delle vittime del terremoto di L’Aquila.
A spiegare la questione è il legale Giuseppe Lipera del Foro di Catania. “Il pubblico ministero di Catania, nel richiedere l’archiviazione del procedimento penale a carico dei tecnici che stavano eseguendo i predetti lavori, ha sostenuto anche lui una tesi per tanti aspetti assimilabile a quella del Giudice dell’Aquila, e cioè che la colpa del crollo non fosse affatto attribuibile alle operazioni di scavo della metropolitana ma all’edificio, che sarebbe quindi sprofondato da solo.
Adesso i disastrati di via Castromarino – ancora fuori dalle proprie abitazioni da oltre due anni e otto mesi -, sono in attesa che il giudice delle indagini preliminari di Catania Luigi Barone, alla prossima udienza del 20 dicembre 2022, si pronunci sull’atto di opposizione presentato contro la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, sperando che non venga applicato il teorema sviluppato al L’Aquila, ma che venga riconosciuto una volta per tutte la loro condizione di vittime di un reato.
Gli sventurati – autorizzati peraltro anche dal pubblico ministero -, venerdì 14 settembre 2022, tenteranno ancora una volta l’accesso nelle loro case, già compromesse dal crollo, con l’ausilio dei vigili del fuoco e della Protezione civile, al fine di garantire che la verifica dello stato degli stessi si svolga in totale sicurezza.
L’azienda incaricata dei lavori di ampliamento della Metropolitana di Catania ha reso noto che non parteciperà a tali operazioni, ritenendosi estranea da responsabilità“.
Foto di repertorio