Neonati abbandonati, cresce il numero in Sicilia: cosa sono le culle per la vita

Neonati abbandonati, cresce il numero in Sicilia: cosa sono le culle per la vita

SICILIA – Sono sempre più numerosi i casi in cui le madri abbandonano i figli. È successo a Paceco, dove un piccolo è stato lasciato in zona di campagna dalla madre, avvolto in una coperta e in un sacchetto di plastica.

Anche a Catania si è verificato un caso simile, lo scorso maggio 2022, in cui un neonato è stato lasciato dentro a una cesta, con il cordone ombelicale ancora attaccato e avvolto in una coperta.

Da cosa può essere causato un abbandono? La madre ha un ruolo centrale nella vita di un bambino e nei primi mesi attraverso l’accudimento garantisce le cure necessarie per la sopravvivenza del piccolo.

Ma la sua funzione non si esaurisce al soddisfacimento dei bisogni  primari. Tra mamma e piccolo si instaura un legame fisico, ma anche emotivo e psicologico.

Le mani e lo sguardo della madre sono i primi ad accoglierci nel mondo. Si instaura una relazione profonda e necessaria per entrambe le parti.

Ma in Sicilia sono sempre più alti i tassi di abbandono, le statistiche degli uffici giudiziari minorili di Palermo e Catania, che si occupano della Sicilia occidentale e di quella orientale, parlano di 35 neonati nell’ultimo anno.

Le motivazioni di tale fenomeno sono varie e molto personali, solitamente collegate a realtà in cui le mamme sono sole o vivono condizioni di disagio.

Tra le cause più comuni si registrano: disagio psichico e sociale, paura di perdere il posto di lavoro o problemi economici in genere, paura di dover crescere un figlio da sole in un Paese straniero – per le mamme straniere -, obbligo da parte di terze persone, giovane età, solitudine e violenza.

La culla per la vita

Quando non si ha la possibilità o la voglia di affrontare la maternità è possibile partorire in ospedale, in quanto le strutture sanitarie devono tutelare sia la mamma che il bambino.

La legge, infatti, consente alla madre di non riconoscere il piccolo e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato, affinché gli venga assicurata l’assistenza e anche la tutela giuridica.

Il nome della madre, in questo caso, rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata“.

Questa pratica permette alla donna di affrontare il parto all’interno di una struttura sanitaria e riduce i rischi per la salute del piccolo, che abbandonato per strada o in luoghi non sterili viene esposto a batteri e a possibili infezioni che lo possono condannare alla morte.

Un’altra possibilità è la “culla per la vita“, che garantisce l’anonimato della madre biologica e la salvaguardia del bambino.

La culla è posta per lo più in un luogo facilmente raggiungibile, lontano da occhi indiscreti. Garantisce la privacy della mamma che vi deposita il proprio figlio ed è dotata di una serie di dispositivi anche tecnologicamente avanzati per garantire: temperatura adeguata, chiusura in sicurezza della botola mediante sensori, presidio di controllo 24 ore su 24 e servizio di soccorso adeguato.

L’eventuale telecamera posta all’interno della botola garantisce sempre l’anonimato di quanti dovessero utilizzarla, l’angolo di visualizzazione è diretto esclusivamente alla culla. Nel territorio siciliano sono presenti numerose culle per la vita, ma anche nel resto dell’Italia.

Inoltre, esistono altri luoghi in cui per legge è possibile abbandonare in sicurezza un bambino: stazioni della polizia, caserme dei pompieri, chiese, centri medici, agenzie di adozione o anche altri luoghi previa chiamata al 118.

Foto di repertorio