Nella giornata di giovedì 8 settembre la Regina Elisabetta II è morta all’età di 96 anni. Notizie sulle sue condizioni di salute precarie si erano diffuse già da qualche ora, allorquando i medici hanno convocato al Castello di Balmoral, una delle residenze estive della Regina, il figlio Carlo insieme alla moglie Camilla, i nipoti William e Harry.
Con la morte di Sua Maestà ha avuto inizio il “D-Day”, l’esecuzione del protocollo reale. La proclamazione del nuovo Re è avvenuta nella giornata di sabato 10 settembre a St James’s Palace. Per la prima volta questa cerimonia è stata trasmessa in diretta TV.
Segue un passaggio del primo breve discorso di Re Carlo III:
“Mia madre ha dato un esempio di amore e servizio per tutta la vita. Il regno di mia madre non ha pari per durata, dedizione e devozione… Sono profondamente consapevole della eredità e dei grandi doveri e responsabilità che ora passano a me”.
Il feretro reale partirà da Balmoral verso il Palazzo di Holyroodhouse di Edimburgo, dove la bara sarà esposta. Successivamente raggiungerà Londra nell’Abbazia di Westminster, qui lunedì 19 settembre si terranno i funerali di Stato della Regina Elisabetta.
La Regina Elisabetta II d’Inghilterra ha celebrato il “Giubileo di Platino”, il 70° anniversario dell’ascesa al trono avvenuta il 6 febbraio 1952.
È stata la terza monarca più longeva della storia, preceduta da Luigi XIV di Francia il “Re Sole”, e da Bhumibol Adulyadej, detto Rama IX, Re di Thailandia.
In 70 anni di regno non si contano le pubblicazioni che raccontano la vita della Regina Elisabetta e della Royal Family. Giornalisti, scrittori, biografi, hanno scritto pagine e pagine sulla sovrana più longeva della storia d’Inghilterra.
Per molti anni la voce italiana corrispondente RAI da Londra è stata nota inconfondibile del giornalista Antonio Caprarica, cultore della monarchia costituzionale del Regno Unito.
La sua carriera giornalistica è documentata dalla firma su molte copertine di libri che raccontano amare verità verso menzogne dirottate dalla famiglia reale inglese.
Nel 2021 Caprarica ha dato alle stampe il volume “Elisabetta. Per sempre regina“. Cinquecento pagine molto vicine a una biografia comprensiva di dettagli e particolari riconducibili a “la vita, il regno, i segreti” dei reali d’oltre Manica.
Negli ultimi anni i Windsor sono stati costretti ad aggiungere un nuovo membro “reale” poco gradito, ma comunque accolto. Il matrimonio tra Harry, quinto in linea di successione al trono e Meghan Markle, attrice di Suits, una serie televisiva americana, ha sconvolto l’equilibrio di un rigido protocollo custodito da secoli senza aver mai scalfito il livello impeccabile.
Il tempo del cambiamento cominciò il 18 maggio 2018 nella Cappella di St. George a Windsor. Il giorno delle nozze tra Harry e Meghan sancisce il rinnovo di una guerra (ancora una) combattuta sotto la polvere dei pregiati tappeti a corte. Due anni dopo la coppia reale si trasferisce in California, dove la novella sposa rilascia interviste esclusive dall’impronta velenosa nei confronti della famiglia reale.
Accuse severe che avrebbero condotto Mrs. Megan Markle a pensare al suicidio. Appare indubbio che entrare a far parte dei Windsor richieda un gravoso impegno della condiscendenza che, se considerata solo un’opzione della personalità, il tribunale del regno ha già dato il suo verdetto.
“Il compito tradizionale di una principessa , oltre alla produzione dell’erede, è di apparire bella e sorridente accanto al consorte. Quando per una ragione o l’altra – fascino, intelligenza, magnetismo personale- gli ruba la scena, sono guai, esattamente com’è successo per Carlo e Diana. Diana faceva i titoli ovunque apparisse, il marito nemmeno una colonna in pagina interna. Ma Lady Di, rampollo privilegiata della grande aristocrazia inglese, non aveva nemmeno lontanamente il retroterra di Miss Markle”.
Il saggio “Elisabetta. Per sempre regina” consiste in una pubblicazione generosa di fatti e misfatti, un viaggio all’indietro a partire dall’ultimo evento reale registrato nel matrimonio di Harry e Meghan.
È una circostanza assai credibile che la dinastia inglese sia soggetta a una forte scossa di terremoto ripetuta ogni due, tre anni, il cui disastro viene scongiurato da Sua Maestà Elisabetta II, sul trono da 70 anni per aver anteposto il dovere all’equilibrio precario della famiglia reale.
Durante la pandemia ha più volte tenuto discorsi trasmessi in diretta TV, invitando i sudditi alla “autodisciplina” e alla “determinazione” per superare lo stato d’emergenza.
Non ultima, ancora una testimonianza di prestare onore al protocollo si presenta nelle immagini della cerimonia funebre del Principe Filippo d’Edimburgo il 17 aprile nella St. George’s Chapel, la cappella del Castello di Windsor, alla presenza di 30 persone e nel rispetto delle misure anti-Covid. Il dolore sottratto ad ogni espressione di tristezza.
Nel saggio non può mancare un seppur virtuale inchino a quel 6 febbraio 1952, il giorno zero di un’era storica in cui la figlia di re Giorgio VI salì al trono.
Elizabeth Alexandra Mary nacque a Londra il 21 aprile 1926 da Giorgio VI ed Elizabeth I, una coppia di reali dalla personalità alquanto modesta. Giovanissima, diventò erede al trono nel 1936, anno dell’abdicazione di suo zio Edoardo VIII in favore del fratello Alberto. Il motivo del dissesto della linea dinastica fu la decisione di Re Edoardo VIII di sposare Wallis Simpson, un’americana divorziata due volte.
“La parte più intrigante sta dietro la scena”.
Con la scomparsa di Elisabetta II l’umanità ha perso la “summa” della regalità incastonata insieme alle gemme preziose della Corona inglese. Settant’anni di oneri e onori hanno tenuto separata la corazza del ruolo pubblico dall’etichetta più informale della vita privata.
Da quel lontano aprile 1952 Sua Maestà ha cristallizzato un perfetto curtsy alla Corona, schivando ogni pericolo umano indegno delle royal duties.