PALERMO – La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del boss palermitano di Pagliarelli Nino Rotolo, 76 anni, con il quale chiedeva di lasciare il 41 bis.
Da 16 anni ristretto al regime del carcere duro, dovrà restarci ancora. I giudici hanno rigettato la proposta e per il boss non ci sarà un cambiamento.
Secondo i giudici della Suprema Corte, come si legge nella sentenza, “Antonino Rotolo è stato per lungo tempo capo del mandamento mafioso di Pagliarelli, il suo ruolo apicale non è mutato, il semplice decorso del tempo e lo stato di detenzione non hanno cambiato ruolo e funzione dello stesso nell’organizzazione“.
“Rotolo non si è mai dissociato e il gruppo criminale di appartenenza è operativo e vitale, come attestato da numerosi procedimenti penali. Dalla relazione di sintesi acquisita in atti si ricava l’assenza di revisione critica e un comportamento carcerario irregolare tanto da aver condotto alla irrogazione di plurime sanzioni disciplinari“, proseguono.
Secondo i difensori del boss, invece: “sono trascorsi sedici anni dalla prima applicazione del regime detentivo derogatorio, durante i quali nessun segnale di appartenenza è stato mai espresso dal ricorrente. A fronte della accertata modifica della realtà associativa nel territorio di riferimento, con estromissione del ricorrente da qualsivoglia collegamento criminale, il Tribunale avrebbe dovuto revocare il regime di rigore“.
La prima sezione della Corte di Cassazione, però, non ha accettato la richiesta. Questo perché il boss di Pagliarelli in carcere avrebbe avuto – negli anni – anche un comportamento irregolare, “tanto da essere destinatario di plurime sanzioni disciplinari, tre ammonizioni e l’esclusione dalle attività in comune per giorni e ciò nell’anno 2019“.