CAMPOBELLO DI MAZARA – “Mia figlia vi ha raccontato dei fatti non veri, era ubriaca e quindi non era in grado di capire ciò che stava accadendo“. Sono queste le dichiarazioni shock del padre della vittima dello stupro di Campobello di Mazara, nel Trapanese, accaduto due mesi fa, tra la notte del 6 e 7 febbraio scorso.
“Sono bravi ragazzi, mia figlia era ubriaca” dichiara il padre davanti ai militari dell’Arma, poco dopo la denuncia della 18enne. “Le ferite che mia figlia ha alle braccia sono dovute al fatto che i suoi amici tentavano di riportarla a casa, ma lei era ubriaca e faceva resistenza”.
Qualcuno ipotizza che l’uomo sia stato minacciato, o che voglia difendere il buon nome della famiglia.
Intanto per due dei ragazzi sono scattate le manette e gli altri invece sono agli arresti domiciliari. “Attendiamo ancora una relazione dettagliata su quanto abbiamo trovato nei cellulari – dice il comandante dei carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo Domenico Testa -. In questi mesi le indagini non si sono mai fermate. Abbiamo sentito tante persone che fanno parte della rete relazionale della ragazza, e anche gli indagati. Abbiamo utilizzato nelle indagini anche delle attività tecniche che ci hanno consentito di raccogliere un quadro indiziario chiaro che ha consentito al gip di emettere i provvedimenti cautelari”.
La ricostruzione dello stupro
Una finta festa, per attirarla nel tranello. Inizia così tra la notte del 6 e il 7 febbraio, la tragica storia della ragazza vittima della violenza di quelli che riteneva “amici” e che invece hanno abusato di lei e non si sono fermati nemmeno davanti alle sue urla e lacrime. I carabinieri li hanno arrestati: per due è stato disposto il carcere, per altri due i domiciliari. Un altro giovane sarebbe coinvolto: non avrebbe partecipato alla violenza, ma, secondo gli inquirenti, non sarebbe intervenuto per fermarla.
Tutto è accaduto in una casa di campagna a Tre Fontane. La ragazza subisce “ripetuti atti sessuali”. Batte la testa contro il muro, sulle braccia i graffi e i lividi. Poi, ancora sotto shock, viene riaccompagnata a casa. Il giorno dopo trova il coraggio di denunciare e si presenta insieme al fratello davanti ai carabinieri.
Fonte foto Teleclubitalia