ITALIA – La convenzione tra l’Istituto nazionale di statistica (Istat), il Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCoe) Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT) ha permesso di realizzare un’indagine sulle istituzioni e i luoghi della cultura, aggiornando la banca dati sulle biblioteche presenti in Italia.
Lo scopo della rilevazione è offrire una descrizione aggiornata e dettagliata delle biblioteche pubbliche e private, statali e non statali, presenti sul territorio nazionale, cioè di tutte quelle strutture aperte al pubblico che svolgono servizio di conservazione e consultazione di volumi, opuscoli, materiale a stampa o multimediale con regolarità e continuità.
I dati
I principali risultati evidenziano una capillare presenza su tutto il territorio, soprattutto di biblioteche civiche. Sono 7.425 le biblioteche pubbliche e private, statali e non statali, aperte al pubblico (escluse quelle scolastiche e universitarie).
Il 58,3% del totale dei comuni ha almeno una biblioteca: ce ne sono quasi 3 ogni 100 chilometri quadrati e una ogni 8 mila abitanti. Due biblioteche su 3 (il 68,5%) sono biblioteche civiche a titolarità comunale, il 9,2% appartiene a enti ecclesiastici mentre il 7,1% è gestito da associazioni private e il 4% da fondazioni.
In questo caso, fortunatamente, il Mezzogiorno non è ultimo in classifica. Infatti, più della metà delle biblioteche è al Nord (58,3%), segue il Meridione col 24,2% e, infine, col 17,5% il Centro Italia.
Per la Sicilia una buona notizia arriva da Palermo (43) che, infatti, fa parte dei 10 comuni col numero più alto di biblioteche insieme a: Roma (300), Milano (133), Torino (97), Bologna (94), Firenze (85), Genova (81), Napoli (78), Venezia (53) e Trieste (39).
Divario tra Nord e Sud
L’Istat ha valutato l’indice di impatto (definito dal rapporto tra iscritti al prestito sul totale della popolazione di riferimento, che esprime il livello di radicamento delle biblioteche sul territorio e la loro capacità di soddisfare i bisogni di informazione e lettura dei cittadini. Pari al 15,2% a livello nazionale, raggiunge valori molto alti soprattutto nelle Province di Trento e Bolzano (rispettivamente 35,7% e 24,5%), in Valle d’Aosta (28,2%), Toscana (25,1%), Emilia-Romagna (21,6%) e in Friuli-Venezia Giulia (20,5%). L’impatto delle biblioteche è decisamente minore nella maggior parte delle regioni del Mezzogiorno: Campania (4,6%), Calabria (6%), Sicilia (6,2%), Molise (6,9%) e Puglia (8,7%) mostrano infatti valori molto al di sotto della media italiana.
Biblioteche e Covid
Il Covid e la sua emergenza sanitaria hanno impattato il lavoro dei luoghi di cultura, ma questo però, come mostrano i dati non ha spaventato le biblioteche.
Infatti, nonostante una su tre (il 31,9%) si è vista costretta a sospendere completamente ogni attività. Il 68,1% delle biblioteche invece, ha messo a disposizione le proprie risorse e competenze per cercare di incrementare i servizi online rivolti all’utenza, e compensare la mancanza di servizi in presenza.
Più di un terzo delle biblioteche (il 35,9%) si è dedicato soprattutto al Digital reference e al Quick reference, rispondendo ai bisogni informativi dell’utente tramite chat, mail, telefono, oppure ha deciso di incrementare il prestito digitale, prevedendo la possibilità per il pubblico di accedere gratuitamente al materiale – quotidiani, riviste, e-book, audiolibri, film, musica, banche dati – già digitalizzato (il 30,1%).
Non sono mancate le biblioteche (il 22,4%) che hanno convertito in modalità online le attività – gruppi di lettura, laboratori didattici, letture ad alta voce, ecc – prima effettuate in presenza. Il 6% delle biblioteche ha addirittura attivato corsi di Information Literacy per gli utenti, utilizzando tutorial sul web o altri strumenti per l’apprendimento a distanza.
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