SICILIA – La Pasqua anche quest’anno sarà diversa da quella tradizionale, senza grandi tavolate con parenti e amici, ma questo non fermerà mica noi siciliani dallo sfoggiare le nostre capacità e usanze culinarie.
Passano gli anni, con in mezzo anche pandemia, ma le nostre tradizioni restano: ecco a voi un tour all’interno delle case siciliane per scoprire i classici dolci pasquali
Tralasciando le classiche e sempre presenti uova di cioccolato e colomba pasquale, come da tradizione, soprattutto nelle tavole del Palermitano, non può mancare la tradizione “Cassata“, la nostra regina dei dolci. Nata per merito degli arabi, dalla quale prende il nome, “qas’at” (casseruola, scodella). Si narra che un contadino arabo mescolò del formaggio di pecora con lo zucchero e lo lasciò rapprendere all’interno di una scodellina, poi un passante chiese cosa fosse e il contadino rispose “qas’at” indicando la scodella, ma l’interlocutore penso che si riferisse al dolce composto che essa conteneva.
Con nome similare, ma dal gusto ben diverso, nelle tavole sicule non manca la “Cassatella“. Quest’ultima è un dolce a forma di raviolo con varianti infinite che variano da provincia a provincia. La sua nascita rimane ancora contesa.
Un’altra goduria, nonché tipico cadeau pasquale, è il classico “Agnello“. Questo dolce, nato a Favara, in provincia di Agrigento, è di pasta reale e ricorda il sacrificio di Gesù per i cristiani.
Certamente, non possiamo dimenticare uno dei dolci più famosi e, soprattutto, più amato dai bambini. Lo troviamo con diversi nomi da “Pupu ccu l’ova“, “Cuddura“, “Aceddu ccu l’ovu“, “Palummedda“, “Panaredda” e “Ciciuliu“.
È l’antenato del moderno uovo di cioccolato ed è fatto in pasta frolla, dalle differenti forme, con al centro un uovo sodo. La sua preparazione rappresenta uno dei momenti di condivisione nelle famiglie siciliane.
Una sua variante, cucinata soprattutto nelle zone occidentali della Sicilia, è u “Campanari“. Simile al precedente, si tratta anche in questo caso di pasta frolla, ritagliata a forma di cestino o campanaro, decorata con uova, che una volta cotta viene ricoperta di glassa e codette di zucchero.
Infine, presenza fissa in ogni ricorrenza che si rispetti, troviamo la Frutta di Martorana: ovvero una miscela di farina di mandorle e zucchero che viene modellata e colorata per dare vita a frutti, ortaggi e oggetti della vita quotidiana.
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