ROMA – Terzo e ultimo giorno di consultazioni al Quirinale per decidere le sorti dell’Italia dopo le dimissioni del premier Conte e la fine del suo secondo Governo.
Il presidente Sergio Mattarella ha incontrato le delegazioni del Movimento 5 Stelle e del centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia), che ha scelto di presentarsi unito di fronte al capo dello Stato. Precedentemente erano saliti al Colle i rappresentanti di PD, Italia Viva, Leu e altri gruppi di minoranza, nonché i presidenti di Camera e Senato (clicca qui per vedere l’esito delle precedenti consultazioni).
Mentre il Movimento dichiara di non vedere altre alternative al Conte-Ter, un nuovo esecutivo con lo stesso premier, il centrodestra ha confermato la propria volontà di vedere l’Italia al voto: “Al Presidente della Repubblica è stata quindi confermata la nostra richiesta di valutare l’ipotesi di scioglimento delle Camere e del ricorso a elezioni. Il centrodestra auspica che sia così offerta agli italiani la possibilità di dare vita in breve tempo a un governo coeso con un programma comune condiviso dagli elettori e con una maggioranza forte per affrontare in tempi brevi i gravi problemi della nazione”, ha scritto Matteo Salvini dopo l’incontro con Mattarella.
Sui Cinque Stelle, inoltre, si abbatte una nuova “tempesta”: uno dei maggiori rappresentanti del partito, Alessandro Di Battista, potrebbe perfino abbandonare il gruppo nel caso fosse nuovamente riaperto il dialogo con Renzi e Italia Viva, all’origine dello “strappo” che ha portato alla situazione attuale dopo le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti.
Queste le parole di Di Battista su Facebook: “Il 12 gennaio scorso condivisi la linea presa dai principali esponenti del Movimento 5 Stelle e scrissi queste parole: ‘Non so quel che farà o meno nelle prossime ore il manipolo di anti-italiani. Mi interessa quel che farà il Movimento. Ebbene io credo che se i renziani dovessero aprire una crisi di Governo reale in piena pandemia, nessun esponente del Movimento dovrebbe mai più sedersi a un tavolo, scambiare una parola, o prendere un caffè con questi meschini politicanti’. Prendo atto che oggi la linea è cambiata. Io non ho cambiato opinione. Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi storico“.
“Significa rimettersi nelle mani di un ‘accoltellatore‘ professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. E ogni coltellata sarà un veto, un ostacolo al programma del Movimento e un tentativo di indirizzare i fondi del recovery verso le lobbies che da sempre rappresenta. L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie”, conclude il politico pentastellato.
Finite le consultazioni e aperti i dibattiti, la domanda che l’Italia si pone è: adesso cosa accadrà? Si procederà con lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate? Ci sarà un Conte-Ter? Si procederà con un Governo tecnico con nuovo premier fino a fine legislatura? Le prossime ore saranno decisive per dare una risposta a tutti questi interrogativi, che preoccupano il Paese in un momento particolarmente difficile della sua storia.
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