ITALIA – WhatsApp, la nota app di messaggistica istantanea, in queste ultime ore è al centro del mirino in quanto l’ultimo aggiornamento – che comunica i cambiamenti che verranno effettuati dall’8 febbraio – poco convince sotto il profilo della privacy.
Al giorno d’oggi, chiunque utilizza l’applicazione, è il canale preferito di comunicazione proprio per la sua immediatezza, ma è anche vero che il gioco deve valere la candela. Occorre, a questo punto, capire bene se vi sono dei rischi oppure no sulla scia che “prevenire è meglio che curare“. Vediamo di che si tratta.
La sicurezza degli utenti è a rischio?
Per il Garante per la protezione dei dati personali, l’ultima comunicazione agli utenti sul mutamento delle condizioni sarebbe poco chiara e, pertanto, è necessario uno step in più: la questione deve essere attenzionata a fondo.
Ecco che l’ultima parola passera all’Edpb, il Board che riunisce le Autorità privacy europee, per sancire se, effettivamente, sussiste un rischio per la sicurezza – tanto controllata e problematica – di tutti gli utenti che utilizzano il servizio quotidianamente, per diletto o per lavoro.
Termini di servizio poco chiari
Secondo quanto affermato dal Garante, i termini di servizio sarebbero lacunosi e non consentirebbero di aderire volontariamente (e consapevolmente) a tale aggiornamento di WhatsApp.
Problematica anche la questione della condivisione delle informazioni con Facebook. Onde evitare ulteriori problemi, il Garante si riserva di intervenire, in via d’urgenza, per tutelare gli utenti italiani e far rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.
Si tratta, ad ogni modo, di un’analisi del caso (doverosa) che va condotta con estrema cura, dato che la privacy non può e non deve essere messa a rischio per la sicurezza globale. Un argomento delicato che va trattato con “guanti di velluto”.
Immagine di repertorio