SICILIA – Era aprile quando Google, attraverso il Community Mobility Report, aveva effettuato un tracciamento su scala globale per monitorare gli spostamenti degli utenti di Google Maps (che sono tanti!), il sistema di navigazione del colosso motore di ricerca. Pressoché il mondo intero era in pieno lockdown, l’emergenza Coronavirus aveva già sconvolto le vite di tutti, e Google aveva stilato una sorta di classifica – divisa nazione per nazione – in cui si analizzava il comportamento della gente che ha usato Google Maps in un determinato periodo di tempo e ha stabilito, grosso modo, chi si era comportato “meglio” in una specifica nazione. Nel caso dell’Italia, divisa in regioni, a fianco del sondaggio nazionale il motore di ricerca ha inserito anche quello diviso per regioni. Tra gli abitanti delle 20 regioni d’Italia, i siciliani erano riusciti a essere tra i migliori per quanto riguarda il rispetto delle norme anti Covid, con un calo del 96% degli spostamenti ricreativi all’interno del territorio regionale.
Un ottimo risultato, ma che non si potrebbe ripetere se trasportato nel periodo attuale. Situazione simile, ma contestualmente lontana. Gli spostamenti sono consentiti in maniera limitata, non quasi totalmente vietati, dunque un sondaggio odierno non può darci effettivamente un’idea su quanto gli abitanti della Sicilia abbiano rispettato o meno le restrizioni imposte dal Governo (non si può analizzare, infatti, la motivazione che ha portato il singolo cittadino a uscire di casa e recarsi in un certo luogo). Ma alcune delle notizie di cronaca più recenti, successive alle festività natalizie (capodanno compreso), possono dare un’idea chiara su quello che certamente alcuni non hanno ancora imparato. A onor di cronaca, secondo i dati forniti dal sopracitato Community Mobility Report, in Sicilia sono aumentati del 15% gli spostamenti verso le zone residenziali e diminuiti del 70% quelli dedicati al tempo libero nel periodo che va dal 22 novembre al 3 gennaio.
Festa proibita sul Lago di Garda: 126 invitati
Prima di concentrarsi sull’isola, però, bisogna partire da un evento spiacevole avvenuto a Padenghe, sul Lago di Garda, nel Bresciano (Lombardia). Allo Splendido Bay Resort di Padenghe, secondo quanto immortalato e pubblicato sui social da alcuni ospiti della struttura, sarebbe stata organizzata una vera e propria festa per la notte di San Silvestro (31 dicembre). Al party proibito dalle restrizioni avrebbero partecipato 126 persone, le quali – oltre ai divieti anti Covid – non avrebbero rispettato neanche quelli del titolare, che avrebbe scritto sui tavoli di non fare né foto né video della serata. In barba all’emergenza Coronavirus e alle tante famiglie che non hanno potuto riunirsi per queste strane festività natalizie. Un caso, quello di Padenghe, che ha creato così tanto scalpore che la Procura avrebbe aperto un fascicolo (la faccenda Padenghe non è ancora diventata un’inchiesta penale).
Focolaio Covid a Capizzi: presunta festa all’origine
Ancora non si sa se la festa vietata abbia causato conseguenze in materia di Coronavirus, sta di fatto che da nord a sud c’è purtroppo ancora qualcuno che non ha capito la gravità della situazione (o si rifiuta di capirla). Un evento molto simile è stato organizzato in Sicilia e ha portato con se diverse concause. Il territorio di Capizzi (Messina), infatti, è diventato zona rossa sembrerebbe a causa di un’altra festa in un ristorante organizzata a Nicosia, in provincia di Enna. La maggior parte degli invitati erano presumibilmente di Capizzi e sarebbero stati l’origine di un focolaio Covid in città, che avrebbe portato 58 positivi (ora diventati 80), un morto e un nuovo lockdown nel territorio comunale. Dopo mesi e mesi di appelli, restrizioni, divieti e l’inizio della campagna vaccinale – oltre che della scoperta di nuove varianti Covid – qualcuno non ha capito che evitare di organizzare riunioni del genere non è un divieto fatto per disturbare la gente o rinchiuderla in casa per chissà quale arcano motivo, ma una necessità per far sì che si arrivi alla vaccinazione di massa senza rischiare altre ondate devastanti o il proliferarsi di qualcosa di anche peggiore.
Focolaio Covid in chiesa: troppi fedeli alla Messa di Natale
Un’altra riunione vietata. Non è un problema di fede o della apertura delle Chiese, ma di chi ha permesso di celebrare una Messa (seppure importantissima per il mondo cristiano cattolico) senza le necessarie precauzioni e senza rispettare i protocolli di sicurezza. A Castronovo di Sicilia, in provincia di Palermo, dopo la suddetta celebrazione eucaristica è stata registrata un’impennata dei contagi (ben 16 dopo quanto accaduto), con due famiglie protagoniste. Il sindaco del paese ha dichiarato che tutti i presenti indossavano la mascherina, ma si sa che, a prescindere dall’uso dei dispositivi di sicurezza, il distanziamento deve essere assicurato in ogni occasione.
Dopo le feste il focolaio: 30 contagi a Raffadali
Lo ha dichiarato il sindaco di Raffadali (Agrigento), Silvio Cuffaro, che ha detto: “La cena di Natale purtroppo è stata devastante per il nostro territorio“. Al momento, non c’è alcuna prova o testimonianza di qualche grande party vietato, ma dopo le feste il paese è stato investito da un’ondata di 30 contagi. Forse, bisognava stare più attenti.
Con la citazione di questi tre episodi al momento isolati non si vuole fare passare il messaggio che tutti i siciliani siano stati indisciplinati o abbiano infranto ogni regola. Si vuole fare capire, però, che le azioni di pochi, magari, potrebbero causare o aver causato disagi pesanti per gli altri che hanno rispettato i divieti. In alcune occasioni potrebbero anche avere causato un lutto.
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