ITALIA – “Pandoro o panettone?“, questo è l’eterno dilemma che dura da secoli e che, come un orologio svizzero, si ripresenta puntualmente ogni anno dividendo le famiglie. Il dubbio, però, rimane. Verrà mai risolto?
Pronti ad andare contro i propri cari e amici che discordano sul punto, ognuno ha la sua preferenza ed è innegabile. Si creano veri e propri “schieramenti” come una vera e propria partita di pallone, il derby dei derby. Il dolce che avrà la meglio, però, non ci è dato sapere quale sia. Quel che è certo è che si tratta di due grandi protagonisti culinari nelle tavole natalizie, ricordando che “De gustibus non disputandum est“.
Le origini
Le origini del panettone affondano le radici molto lontano e si tramanda che Toni, garzone a servizio di Ludovico il Moro a Milano, utilizzò della frutta secca per condire il pane e sostituire il dolce bruciato dal cuoco poco prima. Il tutto per “salvare” il Natale.
Da lì si chiese la replica del piatto e fu affibbiato il nome “Pan del Toni“, diventato poi “Panettone“. Dalla Lombardia, poi, arrivò ovunque diventando uno dei protagonisti indiscussi dei banchetti degli italiani. Ma non è tutto: un’altra leggenda narra che un giovane nobile si innamorò della figlia di un fornaio e, per far colpo su di lei, inventò il Panettone.
Ricostruendo la storia del pandoro, invece, giungiamo a Venezia quando, all’epoca del Rinascimento, si dice, che – data la ricchezza del momento per la città – i dolci venissero ricoperti da foglie di oro zecchino, tra cui quello definito “Pan de Oro“, dalla classica forma conica. Un’altra variante, invece, vede nel pandoro l’erede del “Nadalin”, tipico di Verona, la cui produzione iniziò spopolò durante l’Ottocento.
Per quanto riguarda le origini, si registra un pareggio: 0 a 0 e palla al centro.
Le differenze tra i due must
Innanzitutto, quello che distingue pandoro e panettone è la forma: il primo ha la tipica struttura a stella, con esterno più scuro dell’interno, aromi di vaniglia o vanillina e pioggia di zucchero a velo sopra; il secondo, invece, è tondo con una crosta spessa di sopra e, all’interno, contiene uvetta o frutta candita, abolita la “neve dolce” sopra.
Altro punto nodale sono le calorie: per una porzione di pandoro sono circa 280, mentre per il panettone 260. Si tratta, comunque, in entrambi casi di due dolci ricchi di burro, zuccheri e grassi e, pertanto, la dose consigliata sarebbe di 80 grammi, per mangiare senza rimorsi successivi.
Secondo match sembrerebbe che tra pandoro e panettone abbia la meglio il secondo: 0 a 1. Ma la sfida è ancora lunga.
Parola alle statistiche
Se guardiamo i dati statistici, secondo un’analisi Coldiretti-Ixè, 3 italiani su 4 preferirebbero il panettone al rivale pandoro, con una netta scelta in favore di quelli artigianali. Se questo è vero, però, i siciliani, secondo la sfida social che abbiamo lanciato, amerebbero maggiormente il pandoro: ben il 68% delle risposte, infatti, sono indirizzate in tal senso.
Questo a dimostrazione che è una delle “dispute” più attuali e complesse per Natale. Poiché, però, diciamo la verità, tutti abbiamo un amico che non ama l’uvetta o i canditi, alla fine, a Natale, per accontentare un po’ tutti, si finisce per mangiare sia l’uno che l’altro.
La partita, quindi, è ancora aperta, un po’ come la scelta tra “Arancino” e “Arancina”. Ma questa è un’altra storia.