AGRIGENTO – La mattina del 18 maggio 2020, nelle campagne di Racalmuto (AG), tre individui assaltarono l’abitazione di tre anziani (due ultrasettantenni e un ultraottantenne) fratelli, due uomini e una donna, sorprendendoli mentre lavoravano nel piccolo orto di casa.
La ricostruzione della violenta rapina
Furono lunghi minuti di terrore per le vittime, malmenate e sopraffatte. “Ti rompo il collo” dissero i criminali alla povera signora Maria mentre la picchiavano e la rinchiudevano insieme ai fratelli in uno sgabuzzino.
In casa i malfattori si impossessarono di 50mila euro in contanti, di alcune monete antiche di pregio numismatico e rilevante valore economico e di numerosi monili preziosi, praticamente i risparmi di una vita.
Gli arresti
All’alba di oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Agrigento e del Nucleo Operativo Radiomobile della compagnia di Canicattì hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Agrigento dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale, arrestando 4 pregiudicati di Palma di Montechiaro: A.M. di 41 anni, A.M. di 47 anni, E.M. e C.M. entrambi di 38 anni, responsabili del grave delitto.
Già la mattina del 18 maggio i carabinieri, accorsi nell’abitazione delle vittime, avevano raccolto durante il sopralluogo le prime tracce lasciate dai malfattori, ricostruendo come vi fosse un complice – il quarto uomo – ad aspettarli in auto lungo la strada.
Le indagini hanno registrato però una rapida svolta quando i carabinieri, profondi conoscitori del territorio, hanno ricevuto proprio dalla comunità l’informazione circostanziata di un’auto (qualcuno aveva anche annotato il numero di targa) con 4 forestieri a bordo che, nei giorni precedenti, si aggirava in quelle campagne.
I militari del Nucleo Investigativo di Agrigento e del NOR di Canicattì hanno accertato rapidamente come a bordo dell’auto segnalata fossero solite viaggiare 2 coppie di fratelli (imparentate tra loro), composte da pericolosi pregiudicati palmesi con precedenti penali per delitti contro la persona e il patrimonio. I militari hanno annotato anche che uno di loro, sul social network Facebook, mostra la propria foto profilo con la scritta “IL BOSS”.
Le indagini
Le febbrili indagini, svolte con l’ausilio di attività tecniche, hanno documentato gli elementi gravemente indizianti della responsabilità dei 4 sospettati nel delitto: le tracce dei loro telefoni cellulari, le immagini riprese dalle telecamere poste lungo il percorso compiuto in andata e ritorno da Palma di Montechiaro a Racalmuto nelle prime ore del 18 maggio, primo giorno post lockdown (realisticamente con la fretta di compiere quel colpo deciso da tempo ma rimandato a causa delle restrizioni imposte dall’Autorità per contrastare il diffondersi della pandemia di covid-19) e le conversazioni nel corso delle quali gli indagati si vantavano di possedere ingenti somme di denaro contante da spendere, hanno composto il solido quadro probatorio che, riferito alla Procura della Repubblica di Agrigento, ha convinto il gip a emettere il provvedimento restrittivo, valutando che per infrenare questi indagati, considerate le condotte accertate e la loro tracotante pericolosità, non può esservi altra misura cautelare che la detenzione in carcere.
I militari, nel corso delle perquisizioni domiciliari effettuate stamattina durante gli arresti, hanno ritrovato parte della refurtiva.
Ma le indagini a carico di questo gruppo criminale non sono concluse: 15 giorni fa i carabinieri della Stazione di Comitini, durante i diuturni servizi di controllo del territorio, hanno fermato proprio questi 4 indagati mentre, a bordo della solita auto, si aggiravano in quelle contrade.
Il coordinamento con la compagnia di Canicattì ha consentito di richiedere alla Questura di Agrigento l’emissione a loro carico del foglio di via obbligatorio, nella considerazione però che quei quattro, probabilmente, stavano studiando un altro colpo in trasferta, sventato sul nascere questa mattina dai Carabinieri.
Il video
Immagine di copertina di repertorio
I 4 si sarebbero impossessati della somma di 50mila euro e, secondo gli inquirenti, stavano mettendo a segno un altro colpo