Università, essere un fuori sede in tempo di pandemia. Come si è mossa l’ERSU di Catania? Parla l’Ingegner Spampinato

Università, essere un fuori sede in tempo di pandemia. Come si è mossa l’ERSU di Catania? Parla l’Ingegner Spampinato

CATANIA – Non solo scuola, anche l’Università ha affrontato, deve affrontare e affronterà le difficoltà legate all’emergenza sanitaria tutt’ora in corso nel nostro paese e non solo. Per certi versi, si può osare dire, la situazione universitaria in merito alla gestione dei suoi studenti e i metodi di didattica a distanza mista a quella in presenza è più complessa rispetto a quella scolastica.

Basti solo pensare al fatto che all’interno di una singola facoltà, il numero di studenti è ben più alto rispetto a quello presente all’interno di una scuola (solo in rari casi si possono comparare le cifre). Un’altra questione aggiuntiva riguarda anche la grande quantità di studenti fuori sede, italiani e non, presenti all’interno di un polo universitario. Per questa categoria di frequentanti, ci sono delle politiche di gestione particolari, delle quali si occupano, nel caso siciliano, le varie ERSU (Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario).

Tali politiche prevedono, tra i tanti diritti, la possibilità per i fuori sede di poter usufruire di alloggi appositamente dedicati a loro, sparsi nelle città nelle quali hanno deciso di voler iniziare il loro percorso di studi. Con la pandemia le complicanze in tal senso sono molteplici, soprattutto per quanto riguarda gli studenti esteri provenienti dai cosiddetti paesi a rischio. Non è raro sentire, anche nei casi di studenti italiani che studiano al di fuori dal luogo natio, casi di universitari che non sanno se fare ritorno nella città da loro scelta per il proprio percorso universitario, oppure rimanere dalle loro famiglie sfruttando le possibilità offerte dalla didattica a distanza.

È ovvio che per ottenere delle risposte in tal senso bisogna rivolgersi al proprio Ateneo e informarsi sulle soluzioni attuate o da attuare. Per esempio, l’Università di Catania sembra indirizzata verso un tipo di didattica “mista”, con lezioni in presenza a numero limitato (accessibili a chi si prenota tramite un’app che potrebbe essere creata in un prossimo futuro), le quali verranno probabilmente registrate e caricate online, in ottemperanza a ogni esigenza.

Anche l’ERSU, però, può svolgere un ruolo non di secondo piano nelle scelte dei fuori sede in difficoltà. D’altronde, se è fondamentale ridurre al minimo gli spostamenti da regione a regione e ancor più da nazione a nazione in questo particolare periodo storico, è pur vero che vivere l’ambiente universitario, soprattutto per certi tipi di facoltà, è fondamentale, appagante e propedeutico allo studio e al percorso stesso. Motivo per il quale ci si chiede quali siano le soluzioni adottate dall’ERSU di Catania per i suoi studenti fuori sede.

Ci siamo rivolti all’Ingegnere Spampinato, direttore vicario dell’ERSU di Catania, che ha spiegato come si è mossa l’Ente in merito. “In quanto a provvedimenti ci allineamo alle disposizioni presenti nei Dpcm nazionali– ha dichiarato – Non ci sono altre linee guida specifiche a riguardo. Quando arriva qualcuno dall’estero, dai cosiddetti paesi a rischio, gli studenti in questione sono chiamati a fare la quarantena. Per quanto riguarda il dove la devono fare è tutto da stabilire, è una cosa poco chiara. Sono stati istituiti hotel Covid da qualche parte. Quando lo studente arriva da noi presenta un’autocertificazione con la quale dichiara di non avere contratto il virus e di aver ‘assolto’ tutte le direttive”.

Poi ha proseguito, parlando della gestione in materia di sicurezza igienico sanitaria adottata nei vari alloggi: “Abbiamo applicato il protocollo nazionale, con tutte le misure di sicurezza, come la mascherina obbligatoria in tutti gli ambienti comuni. Mascherina obbligatoria anche in stanze nelle quali alloggiano più studenti, qualora gli stessi non riescano a mantenere la distanza di sicurezza. Ovviamente mettiamo a disposizione pure il gel igienizzante“.

E se uno studente risultasse positivo al tampone durante la permanenza nella struttura messa a disposizione? “In tal caso – conclude l’Ingegnere Spampinato – attiveremo tutte le procedure necessarie in accordo con il sistema sanitario regionale“. Insomma, la sicurezza è stata messa al primo posto dall’ERSU per i fuori sede e non solo. Nell’attesa che questa terribile situazione sanitaria finisca il prima possibile, le preoccupazioni degli studenti non residenti a Catania, ma che studiano nel capoluogo etneo, per quanto legittime, possono placarsi.

Immagine di repertorio